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Leroy Merlin reinventa il bricolage. Sostenibile e solidale
Presenza sul territorio, solidarietà, materiali certificati. Ma anche logistica sostenibile e filiera controllata. Lo sviluppo sostenibile secondo Leroy Merlin.
È incentrata sui collaboratori, sulla riduzione degli impatti ambientali, sulla solidarietà con le comunità locali la responsabilità sociale d’impresa di Leroy Merlin. Tre macroaree che negli anni hanno portato a dei risultati tangibili, misurabili: 45.000 euro generati con il progetto di social business “La casa ideale”, il codice di condotta sottoscritto da più del 90 per cento dei fornitori, la riduzione del 43 per cento delle emissioni di CO2 dei processi logistici.
Questi i risultati del Bilancio sociale 2015 del Gruppo francese specializzato nel bricolage e presentato a Milano lo scorso 19 maggio. “Nel 2015 abbiamo realizzato 53 nuovi progetti in tutta Italia, con 604 collaboratori per 5.272 ore dedicate ed un investimento complessivo di oltre 90.000 euro”, ha dichiarato Olivier Jonvel, amministratore delegato di Leroy Merlin Italia. Ha parlato di coinvolgimento, di un contributo reale dei propri collaboratori Jonvel, in modo tale che la sostenibilità aziendale non rimanga solo un ideale.
Logistica, filiera certificata, solidarietà. La csr di Leroy Merlin
Per ridurre le emissioni il Gruppo francese ha rivisto tutta la logistica in Italia, puntando sulla centralizzazione dei fornitori e l’ottimizzazione dei trasporti. “È un progetto iniziato 5 anni fa col Politecnico di Milano che ci ha portato ad analizzare e misurare le emissioni”, ha spiegato Luca Pereno, responsabile Csr di Leroy Merlin. “Abbiamo puntato su intermodalità e sul trasporto delle merci via ferrovia, tanto che abbiamo in progetto di riattivare delle linee in disuso”. Ma la riduzione delle emissioni passa anche attraverso l’utilizzo di rinnovabili: “Oltre al fotovoltaico sui tetti dei punti vendita, utilizziamo energia verde da idroelettrico, arrivando circa l’86 per cento della copertura sui consumi finali”, ha sottolineato Pereno.
Sono i progetti sociali, localizzati sul territorio, solidali ad avere maggior spazio nello sviluppo sostenibile del Gruppo. “Si tratta di lavori non da prima pagina, ma portati avanti dai nostri collaboratori con passione. Che però per le piccole realtà ed associazioni sono fondamentali”, racconta Pereno. Come il progetto Cantieri fai da noi, avviato quest’anno a Biella, dove viene erogato un microcredito per l’avvio dei cantieri chiedendo la restituzione in altri cantieri o impiegando forzalavoro presso associazioni o persone socialmente svantaggiate. In due parole: inclusione sociale.
“Questo ci porta alla Casa ideale, ovvero un progetto di social business, dove noi rinunciamo totalmente al guadagno”, sottolinea Pereno. L’iniziativa seleziona i 30 migliori progetti di accoglienza proposti da organizzazioni non profit., alle quali Leroy Merlin vende i propri prodotti rinunciando al suo margine di profitto: un risparmio che in soli 6 mesi dalla sperimentazione ha permesso di generare oltre 45.000 euro di benefici sociali.
È questa l’evoluzione dell’economia, in particolare per i grandi gruppi. Evoluzione dove parole come inclusione sociale, presenza sul territorio, riduzione degli impatti ambientali diventano un tutt’uno col bilancio della società. Per continuare a fare business.
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