L’Islanda autorizza la caccia di 128 balenottere comuni anche per quest’anno

In Islanda è stato concesso il permesso di cacciare 128 balenottere comuni all’ultima compagnia di caccia rimasta in Europa.

  • Concesso il permesso di cacciare 128 balenottere comuni per la stagione di caccia 2024 in Islanda
  • Nonostante la sofferenza degli animali la caccia è stata autorizzata
  • Islanda e Giappone restano le uniche a cacciare questi cetacei considerati a rischio

L’ultima compagnia baleniera rimasta in Europa ha appena avuto il via libera dal ministero per l’alimentazione, la pesca e l’agricoltura islandese di poter uccidere più di 100 balenottere comuni, 128 per l’esattezza, nella stagione di caccia 2024. Una decisione deludente e molto pericolosa secondo gli ambientalisti che hanno visto crollare le loro speranze di vedere per sempre eliminata questa pratica, dopo essere riusciti a bloccarla – per le violazioni sul benessere animale – lo scorso anno.

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Autorizzata la caccia alle balenottere comuni anche se a rischio di estinzione

L’Islanda è il secondo paese, dopo il Giappone, a concedere e permettere la ripresa della caccia alle balenottere comuni. Le balenottere comuni (Balaenoptera musculus) è il secondo animale più grande del Pianeta, una femmina può raggiungere i 25 metri di lunghezza e un peso di circa 80 tonnellate. Queste balene sono anche le uniche presenti regolarmente nel nostro mare Mediterraneo. Nei mari del mondo si stimano meno di 100mila individui di balenottera e sebbene la specie sia protetta, come possiamo vedere, la caccia commerciale continua a esistere. Inoltre, ad aggravare la situazione le collisioni con le navi e l’assunzione di enormi quantità di microplastiche quando si nutrono, mettono in grave pericolo questo gigante del mare.

Non tutti sono d’accordo con la caccia

Bjarkey Olsen Gunnarsdóttirù, ministro islandese per l’alimentazione, la pesca e l’agricoltura, nonostante abbia concesso il permesso, ha dichiarato che la sua decisione non seguiva ne la sua linea di pensiero ne tanto meno quella del suo partito, il Left-green movement, ma che è stato obbligato a seguire le leggi e i regolamenti. Gli attivisti hanno però affermato che secondo un recente rapporto del Mast, l’autorità alimentare e veterinaria islandese, non è stato apportato nessun miglioramento significativo al benessere degli animali per la caccia del 2023 rispetto a quella del 2022, nonostante l’implementazione di nuove normative contro la sofferenza animale.

Facendo un passo indietro per comprendere meglio la situazione, nel 2023 il precedente ministro della pesca aveva sospeso la caccia alle balene, dopo che il rapporto non era conforme con la legislazione in merito al benessere animale, in particolar modo le balene impiegavano troppo tempo a morire. Questo blocco portò all’uccisione di solo 24 balenottere contro le 148 del 2022. Nell’analisi del Mast, l’efficienza nelle uccisioni sembrava essere migliorata rispetto al 2022 ma la differenza non era statisticamente significativa, probabilmente a causa del basso numero di animali uccisi.

Islanda e Giappone, speriamo non ispirino qualcun altro

“È difficile capire come e perché venga dato il via libera per uccidere 128 balenottere comuni. Non esiste alcun modo di uccidere una balena in mare senza infliggere alcuna crudeltà”, sono le parole di Patrick Ramage, direttore dell’International fund for animal welfare. Quello che temono maggiormente gli attivisti è che questa decisione potrà creare un precedente pericoloso per la caccia commerciale alla balena in tutto il mondo, minando gli sforzi di conservazione globale.

Intanto, Hvalur, la flotta islandese gestita da Kristján Loftsson, avrà il via libera per uccidere 128 balenottere comuni durante questa stagione di caccia. Nel frattempo, il Giappone ha annunciato la ripresa della caccia, aggiungendo così il cetaceo all’elenco delle specie catturabili a fini commerciali.

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