![La lince iberica non è più in pericolo](https://cdn.lifegate.it/pofCW2lu4uhI2phJ3VhR6XlZ9JU=/470x315/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/06/lince-vulnerabile.png, https://cdn.lifegate.it/b4-BiDqx8ctiLEsXYaRYXGtlRDU=/940x630/smart/https://www.lifegate.it/app/uploads/2024/06/lince-vulnerabile.png 2x)
Una storia di successo per la conservazione della lince iberica: il suo stato passa da “in pericolo” a “vulnerabile”.
Un’imponente operazione di soccorso ha portato in salvo la megattera che era rimasta intrappolata nelle reti al largo dell’Australia.
Per qualche giorno ha fatto fatica a nuotare ma, finalmente, è libera e sta bene. Grazie a un’imponente operazione di soccorso, è stata portata in salvo la megattera che era rimasta intrappolata in oltre ottocento chili di materiale da pesca al largo delle coste del Gippsland, regione sudorientale dello stato australiano di Victoria.
Un elicottero l’aveva avvistata già sabato 23 giugno, ma la megattera ha fatto perdere le sue tracce per qualche giorno, salvo poi ricomparire nei pressi di Lake Tyers. L’operazione necessaria per recuperarla è stata imponente. Come prima cosa, un team specializzato le ha attaccato un localizzatore, per evitare di perderla nuovamente di vista. Dopodiché, ha dovuto tagliare i circa 800 chili di corde e boe aggrovigliate che le impedivano di nuotare bene, con qualche difficoltà perché l’animale si agitava parecchio. Le forze dell’ordine hanno dovuto sollevare il materiale dall’acqua con l’ausilio di una gru, per evitare che potesse danneggiare le navi o la fauna selvatica. Nonostante l’esperienza tutt’altro che facile, riferisce un’operatrice, la megattera appariva “di buon umore”.
Le balene sono animali molto longevi, vivono fino a cinquant’anni. Più ancora dei loro predatori naturali come alcune specie di orche, è l’uomo a metterle in pericolo. Il traffico navale è quadruplicato tra il 1992 e il 2012 ed è dunque sempre più frequente che le navi si scontrino con i grandi cetacei. Le linee guida adottate in alcuni territori prevedono di limitare la velocità di navigazione a 10 nodi (18,5 chilometri orari) perché, secondo alcuni studi, così facendo la probabilità che uno schianto sia fatale scende al 50 per cento. Ma questa, chiaramente, non è una garanzia.
C’è poi la grande minaccia delle attrezzature da pesca abbandonate in mare. Che, secondo una ricerca pubblicata da Science advances, ogni anno a livello globale sono circa il 2 per cento del totale utilizzato dai pescherecci; ed è una stima inevitabilmente parziale, perché non prende in considerazione la pesca artigianale né quella illegale, non dichiarata e non regolamentata, le cui dimensioni sono esorbitanti.
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