L’orsa JJ4, accusata dell’uccisione del runner Andrea Papi, non sarà abbattuta: la Provincia di Trento ha disposto il trasferimento in Germania.
Attualmente JJ4 si trova nella “prigione” del centro di Casteller: grazie ai ricorsi delle associazioni animaliste il decreto di abbattimento della Provincia era stato sospeso.
La Lega anti-vivisezione: “Una buona notizia, speriamo che Fugatti abbia intrapreso la strada del dialogo”.
L’orsa JJ4, finalmente, sembra aver trovato una destinazione: entro l’autunno prossimo verrà trasferita dalla Provincia di Trento in Germania, in un rifugio nella Foresta nera. Potrebbe essere, finalmente, l’ultimo atto di una vicenda lunga, molto discussa, e anche molto dolorosa: l’orsa JJ4 è indicata dalle autorità trentine come la responsabile dell’aggressione mortale del 5 aprile dell’anno scorso, in cui persa il giovane trentino Andrea Papi, che faceva jogging nei boschi a ridosso di Caldes in Val di Sole, in provincia di Trento. Una successiva perizia medico-scientifica ha però successivamente riaperto forti dubbi sulle responsabilità di JJ4 nel tragico episodio.
🐻@ProvinciaTrento annuncia trasferimento #JJ4 in rifugio in Germania, dopo analisi dei referti medici su orsi nel Casteller richiesti da noi.
Contenti di primo segnale concreto di speranza per tutti gli orsi trentini, frutto di nostre battaglie legali!👇https://t.co/jkDQbIF8Uy
Come si è arrivati al trasferimento di JJ4 in Germania
JJ4 è attualmente rinchiuso nel centro di recupero della fauna alpina di Casteller insieme a un altro esemplare, M49, ma a seguito della diffusione di una perizia eseguita dal consulente veterinario della Lav (lega anti-vivisezione) sui bollettini medici dei due orsi, ottenuti dall’associazione a seguito degli accessi agli atti, che certifica il grave stato di stress in cui versano gli orsi, l’assessore alla caccia e alla pesca della Provincia autonoma di Trento Roberto Failoni ha annunciato che in autunno JJ4 sarà trasferita nel rifugio Alternative Wolf and Bear Park, in Germania.
La morte del runner Andrea Papi aveva destato molto clamore, scatenando soprattutto una polemica politica e mediatica sulla presenza degli “orsi problematici” nei boschi del Trentino Alto-Adige, che ha portato all’abbattimento di altri esemplari. In seguito all’incidente, il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha emesso ordinanze e decreti di abbattimento nei confronti di JJ4 e di un altro esemplare, identificato con la sigla MJ5, ritenuto responsabile del ferimento di un escursionista a inizio marzo. Tuttavia, il Tribunale amministrativo regionale di Trento aveva sospeso il decreto di abbattimento per l’orsa JJ4 e Mj5 almeno fino al 27 giugno in seguito alle istanze dei gruppi animalisti che hanno presentato ricorso, e che avevano individuato in un rifugio santuario in Romania una possibile destinazione per gli orsi.
Quali futuro per gli altri orsi del Trentino?
L’annuncio del trasferimento dell’orda JJ4 in Germania, secondo Massimo Vitturi, responsabile Lav per gli animali selvatici,”conferma quindi la salvezza di JJ4. Cogliamo questa dichiarazione come un primo concreto e positivo segnale della Provincia di Trento nei confronti di tutti gli orsi, un risultato che è frutto anche delle nostre battaglie legali e di decine di nostri ricorsi al Tar. Non vogliamo però che anche lo spostamento di M49, e quindi lo svuotamento della prigione del Casteller, possa diventare un pretesto perché la Provincia catturi altri orsi”.
Inoltre, proseguono gli animalisti, “viene da chiedersi per quale motivo la Provincia non si sia mossa prima, decidendo di lasciare l’orsa per più di un anno in condizioni fortemente lesive delle sue necessità etologiche, come ampiamente dettagliato nella perizia eseguita dal nostro consulente”.
Difficile, comunque, dire se la Provincia di Trento, abbia davvero deciso avviare una nuova fase che favorisca finalmente la convivenza pacifica con gli orsi, attraverso la diffusione capillare di strumenti e informazioni necessari per prevenire possibili incidenti anche educando i cittadini alla gestione di possibili incontri con gli orsi. Anche perché risale solamente allo scorso febbraio l‘abbattimento di un altro orso, M90, solo poche ore dopo la firma dell’ordinanza di uccisione da parte del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti: una velocità di esecuzione dell’atto rapidissima, volta a non dare il tempo alle associazioni di presentare ricorso. E solo pochi giorni dopo il Consiglio provinciale aveva approvato una legge che consentiva di abbattere fino a 8 orsi all’anno per “tenerne sotto controllo la popolazione”.
In preda allo sconforto verrebbe da pensare che la convivenza tra uomini e grandi predatori sia definitivamente fallita. Tuttavia non ci si può né ci si deve arrendere.
Il 23 gennaio Juan Carrito, giovane esemplare di orso bruno marsicano, famoso per le sue innocue scorribande e benvoluto da tutti, è stato investito e ucciso mentre attraversava una strada a Castel di Sangro.
La caccia è di nuovo legale in tre parchi degli Stati Uniti, lo ha deciso il dipartimento dell’Ambiente della Carolina del Nord. Non mancano le proteste.
L’orso M57 è stato deportato in uno zoo-safari ungherese con una decisione inattesa. Un provvedimento che, di nuovo, non rispetta il benessere animale.