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10 cibi in via d’estinzione, che potrebbero sparire in pochi anni
Sentiamo spesso parlare di cambiamenti climatici, riscaldamento globale, pesticidi chimici e del terribile impatto sul nostro Pianeta. Ma spesso non ci rendiamo conto della reale portata di un problema finché le sue conseguenze non si ripercuotono sulla nostra quotidianità. Cibi in via d’estinzione, molti i nostri preferiti Un giorno non troppo lontano potremmo essere costretti a
Sentiamo spesso parlare di cambiamenti climatici, riscaldamento globale, pesticidi chimici e del terribile impatto sul nostro Pianeta. Ma spesso non ci rendiamo conto della reale portata di un problema finché le sue conseguenze non si ripercuotono sulla nostra quotidianità.
Cibi in via d’estinzione, molti i nostri preferiti
Un giorno non troppo lontano potremmo essere costretti a cambiare le nostre abitudini alimentari più banali e assodate, perché alcuni dei cibi più comuni potrebbero presto scomparire dalla faccia della Terra. Per esempio, la colazione col caffè potrebbe divenire nei prossimi anni un ricordo ingiallito. E ancora il cioccolato, il miele, le banane – insomma almeno dieci alimenti che siamo abituati a consumare con frequenza, soffriranno tremendamente a causa dei cambiamenti climatici e dell’utilizzo massiccio di pesticidi, come evidenzia un’inchiesta condotta dagli inglesi del ‘Sun‘.
Il caffè
Il caffè a colazione potrebbe presto essere un ricordo del passato.
Gli esperti hanno recentemente stimato che il caffè potrebbe essere estinto già nel 2080 se non si interviene drasticamente. L’aumento delle temperature terrestri nelle zone attualmente usate per coltivare i chicchi di caffè fanno sì che i funghi e parassiti stiano avendo un grave impatto sulle piantagioni.
Il miele
A seguire il miele, che oltre che un prezioso alimento è per noi un validissimo elemento di difesa da diversi tipi di patologie. In questo caso la causa è da ricercarsi nel fatto che pesticidi e parassiti stanno letteralmente decimando la popolazione mondiale di api. Le api da miele sono di vitale importanza per la sopravvivenza degli esseri umani, per l’ecosistema. Ma da anni la popolazione delle api è in declino. Poiché il numero di api diminuisce, così fa la produzione di miele, il che significa che diventerà sempre più difficile trovarlo.
Le banane
Se la malattia continua a progredire come ha fatto negli ultimi decenni, le banane potrebbero scomparire completamente. Dalla Giordania al Mozambico, da anni le piantagioni sono spazzate dalla malattia di Panama, che sta causando la morte di migliaia di piante. Non sappiamo ancora come fermare il fungo che sta facendo fuori la varietà di banane che rappresenta il 99 per cento del mercato mondiale. Il nuovo fungo è comparso negli anni Novanta in Asia e l’anno scorso ha cominciato ad attaccare alcune piantagioni in Africa. Un anno fa sembrava che l’epidemia si stesse diffondendo lentamente e che potesse essere contenuta, ma oggi è diventato chiaro che non ci sono le conoscenze per fermarla e che gli agricoltori non hanno idea di come contenerla. Le banane vengono coltivate in alcune altre aree – ma la malattia è ancora un grave preoccupazione.
L’avocado
Il consumo di avocado è schizzato alle stelle in questi ultimi anni, dopo essere stato etichettato come un super-food per il fitness e la bellezza dai blogger. Peccato che le continue siccità in California rischino di compromettere irrimediabilmente la salute delle piantagioni. Il cambiamento climatico non sta aiutando il settore agricolo. Questa carenza significa che i prezzi della frutta sono destinati ad aumentare.
Il cioccolato
Prepariamoci a dire addio anche al cioccolato. Le scorte di cacao vengono mangiate via, letteralmente. Assieme al caffè il cioccolato è l’alimento a rischio estinzione che spiazza i consumatori più di tutti. Secondo il cioccolatiere svizzero Barry Callebaut, infatti, le scorte di cacao potrebbero esaurirsi entro il 2020. Con sempre più persone che mangiano il cioccolato regolarmente, nell’ultimo anno sono state consumate 70.000 tonnellate di cioccolato in più rispetto a quante ne sono state prodotte.
Il prosecco
Il vino italiano è diventato troppo popolare. La domanda di prosecco è cresciuta così tanto negli ultimi anni, che i produttori stanno facendo fatica a tenere il passo. La deliziosa bevanda frizzante è una valida alternativa, più conveniente rispetto allo champagne, tanto che l’anno scorso solo gli inglesi ne hanno bevuto circa 40 milioni di litri. Purtroppo, alcuni enologi avvertono la possibilità di una carenza globale di prosecco, quindi è meglio fare scorta mentre è possibile.
Il burro d’arachidi
E con il miele potrebbe scomparire anche il burro di arachidi, protagonista incontrastato delle colazioni d’oltreoceano. Le arachidi faticano a crescere in condizioni di siccità, i cui periodi continuano ad aumentare in tutto il mondo. Le piantagioni, che richiedono almeno 20 a 40 pollici di pioggia per sopravvivere, sono a un elevato rischio di diventare in via di estinzione.
La pancetta
Anche l’allevamento di maiali sarà colpito dalla siccità. Chi ama bacon, salsicce e prosciutto, dovrebbe impaurirsi di fronte alle notizie delle siccità dall’America alla Russia. Gli esperti britannici affermano che una carenza di carni suine è inevitabile, e predicono che i prezzi raddoppieranno.
Il salmone
Il salmone conta su temperature fresche per sopravvivere. Non sono solo frutta e verdura che vengono colpiti dal riscaldamento globale. Anche i salmoni stanno lottando per adattarsi alle nuove temperature dell’acqua più calde.
Senza acqua fredda in cui riprodursi, stenteranno a sopravvivere – sia selvaggi che allevati – diventando specie in pericolo.
Lo sciroppo d’acero
Lo sciroppo d’acero è un altro prodotto che sta cadendo vittima di riscaldamento globale. Se la temperatura in Canada aumenta di più di sei gradi, gli alberi d’acero potrebbero non farcela a produrre la linfa, e sarebbe la fine della popolarissima guarnizione di waffle e pancake.
Insomma, stando all’inchiesta che ha raccolto i pareri di esperti britannici, l’estinzione dei cibi sarebbe legata a diversi fattori. Dai cambiamenti climatici legati al riscaldamento globale ai pesticidi chimici, che hanno un pessimo impatto sull’ambiente, per arrivare all’aumento costante dei consumi. Il risultato è che, a partire da fra vent’anni, la nostra dieta non sarà più la stessa.
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