
Quante imprese hanno i mezzi per far fronte a un danno all’ambiente? A dare una risposta è la rilevazione di Pool Ambiente su dati Ania.
Il 5 febbraio si celebra in Italia la Giornata di prevenzione dello spreco alimentare, istituita nel 2013 dal ministero dell’Ambiente per prevenire lo spreco di cibo e sensibilizzare all’uso sostenibile delle risorse. Sempre in Italia, per dire basta ai rifiuti alimentari, le iniziative che arrivano dalle associazioni e dalle aziende sono sempre più numerose. Prima ancora di arrivare
Il 5 febbraio si celebra in Italia la Giornata di prevenzione dello spreco alimentare, istituita nel 2013 dal ministero dell’Ambiente per prevenire lo spreco di cibo e sensibilizzare all’uso sostenibile delle risorse. Sempre in Italia, per dire basta ai rifiuti alimentari, le iniziative che arrivano dalle associazioni e dalle aziende sono sempre più numerose.
Prima ancora di arrivare nelle nostre case, fino al 50 per cento del cibo prodotto viene perso lungo la filiera alimentare. Ogni anno i consumatori spendono 316 euro per l’acquisto di alimenti che non vengono consumati.
Il rapporto della Fao, Food wastage foot print. Impacts on natural resources, stima l’impronta di carbonio del cibo non consumato a 3,3 miliardi di tonnellate di CO2. Un allarme, quello dello spreco alimentare, che il Wwf lancia durante l’anno della Conferenza sul clima di Parigi, con lo scopo di chiamare i vertici mondiali a impegnarsi a ridurre le emissioni di CO2 causate dalla produzione di cibo non mangiato.
In un mondo sovrappopolato e affamato non è sostenibile produrre sprechi. La disponibilità di risorse alimentari, già ridotta dalle conseguenze del cambiamento climatico, è limitata dalla mancanza di suolo fertile e di acqua dolce con cui irrigare, dovuta a pratiche agricole violente e irresponsabili. A fronte di un aumento dell’inquinamento, la perdita di terra, acqua e biodiversità ha costi altissimi per l’economia globale, stimabili a 750 miliardi di dollari, pari al pil della Svizzera.
Per questo motivo sono numerose le campagne di sensibilizzazione contro lo spreco alimentare. Un esempio è il Programma One Planet Food del Wwf che, sotto l’egida dell’Unep-Fao, vedrà al sua partecipazione in Expo 2015 con l’impegno di diffondere la consapevolezza sulle pratiche alimentari sostenibili per il pianeta. Insieme al Wwf, le catene Auchan e Simply sono impegnate da tempo nella commercializzazione di prodotti sfusi e in attività di recupero di quelli prossimi alla scadenza, insegnando ai clienti a non sprecare con 10 simpatiche vignette.
Ognuno di noi può combattere in cucina lo spreco alimentare con il libro di ricette “Buttali in pentola”, realizzato da Auchan e Wwf, acquistare da Ikea le vaschette ecologiche anti-spreco e passare per gli autogrill Villoresi Est, Brianza Nord e Brianza Sud dove rifiuti organici diventano compost. Tutto questo per contenere i danni inferti al nostro pianeta.
La riduzione dello spreco alimentare è un’azione responsabile verso l’ambiente e la nostra società. Nutrire 9 miliardi di persone è possibile e una giornata di prevenzione dello spreco alimentare può essere il motore d’avviamento che accende una nuova consapevolezza nei consumatori.
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