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Dalla minigonna al primo bacio interraziale in tv, dalla consapevolezza di dover salvare le balene ai telefoni cellulari a conchiglia: ecco qual è stato l’impatto di 54 anni di Star Trek sulle nostre vite.
Quella sera dell’8 settembre 1966, durante la prima puntata di Star Trek sugli schermi statunitensi, nessuno – forse nemmeno il creatore della serie, Gene Roddenberry – avrebbe mai scommesso che “i viaggi dell’astronave Enterprise diretta all’esplorazione di nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima” avrebbero resistito addirittura mezzo secolo. La prima ottantina di episodi, trasmessi nell’arco di tre anni, in cui si parlava di alieni e di una flotta stellare dotata di un inusuale rigore morale sembravano infatti destinati a diventare un inesorabile flop.
Contro tutte le previsioni, la serie spegne, quest’anno, 54 candeline. Che ci piaccia o no, le avventure di Kirk e compagni e quelle di chi li ha seguiti (di Star Trek esistono, oltre alla serie originale, altre 4 serie più una attualmente in cantiere e ben 10 film più 3 reboot a cura dei registi J. J. Abrams e Justin Lin) hanno avuto un enorme impatto sul nostro modo di vedere la società, la cultura e perfino l’ambiente. Ci hanno cambiato e spinto a inventare cose nuove. Ecco quali sono i temi più importanti affrontati da 54 anni di Star Trek.
Nell’universo di Star Trek il mondo ha finalmente lasciato da parte inutili guerre e divisioni sociali e si è unito sotto un unico governo democratico, che consente agli individui di espandere conoscenze e interessi. La visione utopica di Roddenberry entra chiaramente in polemica con la politica statunitense del momento, che vedeva contrapporsi il blocco Occidentale e blocco sovietico e prevedeva un intervento militare degli Stati Uniti in Vietnam. Ecco perché sul ponte di comando dell’astronave regna la multiculturalità: accanto al capitano Kirk, stereotipo dello yenkee, lavora anche un russo, il guardiamarina Pavel Andreivich Chekov.
La marcia di Selma del 1965 era ancora fresca nelle menti degli americani quando le prime puntate della serie andarono in onda. Della serie originale, due sono gli episodi più noti dichiaratamente contrari al razzismo: uno è “Let that be your last battlefield”, tradotto in italiano con “Sia questa l’ultima battaglia”, in cui gli abitanti di un pianeta alieno, metà neri e metà bianchi all’aspetto, si combattono tra loro perché alcuni individui hanno il lato bianco… dalla parte sbagliata!
Ancora più noto è “Plato’s Stepchildren”, tradotto col titolo “Umiliati per forza maggiore”, che passò alla storia per il primo bacio interraziale della televisione mondiale tra un uomo bianco e una donna di colore.
Donna, nera, in posizione di comando e con la minigonna. Il personaggio del tenente Nyota Uhura, interpretata da Nichelle Nichols, non poteva essere più inusuale (e straordinariamente moderno) per l’epoca. La sua presenza sulla plancia dell’Enterprise fece scalpore, anche se la sua funzione principale era quella di addetta alle comunicazioni. Il suo ruolo fu ritenuto così importante per i diritti degli afroamericani e delle donne, che quando la Nichols decise di lasciare la serie, intervenne persino un fan d’eccezione, il reverendo Martin Luther King, per convincere l’attrice a non mollare.
Il primo capitano donna della saga compare solo tre serie più tardi, nel 1995, interpretato da Kate Mulgrew.
I temi dell’inquinamento, dell’effetto serra e della biodiversità a rischio estinzione fanno da sottofondo a diversi episodi di tutte le serie della saga. L’ambientalismo di Star Trek diventa però palese in uno dei film in particolare, il IV, Rotta verso la Terra. Scritta dall’interprete del signor Spock, il recentemente scomparso Leonard Nimoy, e da Harve Bennett, la pellicola del 1986 affronta il problema della caccia selvaggia alle balene megattere. Il film ha funzionato come una cassa di risonanza, contribuendo a diffondere la consapevolezza sul tema.
Soprattutto nelle serie più recenti, come Voyager o Enterprise, non mancano i riferimenti ai danni provocati dai combustibili fossili e al tema della gestione delle scorie nucleari generate dall’energia atomica prodotta dalla fissione.
Minaccia non presente all’epoca della serie originale, quello del terrorismo diventa un problema concreto solo dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Esattamente 15 giorni dopo andavano in onda le prime puntate di Star Trek Enterprise, pensato per essere il prequel della serie originale. Il tema, insieme a quello dell’intervento militare contro i Talebani, viene ripreso diverse volte nell’arco di due stagioni, cercando di privilegiare (spesso, ma non sempre) una visione improntata al dialogo e alla comprensione delle “ragioni degli altri” che in questo caso sono alieni noti col nome di Sulibani.
Senza attenzione verso le ultime scoperte scientifiche, non esiste buona fantascienza. Pur rimanendo fedele a questa regola, Star Trek ha anche fornito spunti per oggetti finiti poi sul mercato e diventati di uso comune. Un buon esempio è il cellulare Star Tac, il primo telefono a conchiglia della storia prodotto dalla Motorola alla fine degli anni ‘90 ispirandosi ai comunicatori utilizzati da Kirk & co. E mentre anche il lettore per e-book rientra tra gli oggetti ora esistenti ispirati dai D-Pad della serie, pare invece che l’invenzione dell’iPad, il noto tablet della Apple realizzato da Steve Jobs, sia una pura coincidenza.
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