Drogata e stuprata per anni, Gisèle Pelicot ha trasformato il processo sulle violenze che ha subìto in un j’accuse “a una società machista e patriarcale che banalizza lo stupro”.
Aleppo, ripresa l’evacuazione. Via libera all’invio di osservatori
Un compromesso è stato raggiunto all’Onu sull’invio di osservatori internazionali. I bus intanto hanno riavviato l’evacuazione di Aleppo est.
Aggiornamento ore 17.54 – Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità la risoluzione su Aleppo.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si pronuncerà oggi su una nuova proposta di risoluzione, con la quale si chiede di garantire che le procedure di evacuazione dei civili e dei ribelli dai quartieri est di Aleppo si svolgano al più presto e in maniera sicura. Il trasporto dei circa 40mila civili (ai quali si aggiungono tra 1.500 e 4mila combattenti) che ancora sono presenti nella porzione orientale della città era stato infatti sospeso.
“Accordo con Mosca al Palazzo di vetro”
Secondo quanto affermato da un responsabile delle Nazioni Unite, tuttavia, l’operazione è stata riavviata nelle ore scorse, e procedere per ora senza intoppi. La stampa internazionale riferisce inoltre che, dopo numerose ore di difficili negoziati tenuti a New York nella giornata di domenica, i quindici membri del Consiglio di sicurezza avrebbero raggiunto un compromesso, sulla base di un testo che era stato proposto dalla Francia e che, inizialmente, era stato minacciato di veto da parte della Russia.
Mosca in particolare sembrava essersi inizialmente opposta all’invio di osservatori internazionali, ma nella nuova versione del testo si afferma che sarà rafforzata la presenza “del personale dell’Onu e di altre istituzioni pertinenti”, incaricato di monitorare “in maniera adeguata, neutrale e diretta” l’evacuazione di Aleppo. Il documento indica inoltre che quest’ultima dovrà essere effettuata garantendo “dignità e sicurezza”, soprattutto per quanto riguarda la “protezione dei civili”, e mantenendo aperti gli “accessi umanitari” alla città.
Damasco pronta a proclamare la riconquista di Aleppo
Commentando la proposta di risoluzione, l’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vitali Tchourkine, ha affermato che si tratta di “un buon testo”, precisando che esso sarà votato attorno alle 9 ora americana (le 15 in Italia). La stessa ambasciatrice americana Samantha Power ha spiegato di attendersi un sì unanime.
L’evacuazione di Aleppo dovrebbe essere effettuata unitamente a quelle dei villaggi di Foua e Kafraya, nella provincia di Idleb, reclamata nei giorni scorsi dai gruppi sciiti. Inizialmente, infatti, era previsto che una ventina di bus dovessero entrare nelle due località pro-Assad, assediate dai ribelli. I convogli sono stati tuttavia attaccati e dati alle fiamme da gruppi jihadisti: per questo l’intera operazione era stata bloccata.
Secondo quanto riferito dall’Osservatorio siriano per i Diritti dell’uomo, circa 8.500 persone hanno potuto lasciare Aleppo fino ad ora. Una volta completata l’operazione, Damasco dovrebbe proclamare la riconquista totale della città, segnando la sua più importante vittoria militare dall’inizio della guerra in Siria.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I ribelli che hanno preso il potere in Siria stanno smantellando la produzione di captagon, la droga che arricchiva il regime di Assad.
Il 15 dicembre una petroliera russa si è spezzata a metà e un’altra è rimasta incagliata, riversando combustibile nello stretto di Kerch.
Nel campo profughi di Burj al-Barajneh, le donne palestinesi preparano pasti e distribuiscono aiuti alle persone in difficoltà nella città di Beirut.
Israele ha approfittato della caduta di Assad in Siria per espandere la sua occupazione del Golan, altopiano dove è presente illegalmente dal 1967.
Un’offensiva dei ribelli in Siria ha rovesciato nel giro di 11 giorni il regime di Assad. Ora si cerca una transizione pacifica del potere.
La scarcerazione di Narges Mohammadi è avvenuta per motivi di salute e durerà tre settimane. Cresce la pressione sul regime dell’Iran per renderla definitiva.
Migliaia di persone sono scese in strada contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione europea fino al 2028. Violenta la reazione delle forze dell’ordine. La presidente della Georgia rifiuta di lasciare il mandato finché non verranno indette nuove elezioni.
Il 28 novembre a Nuuk è atterrato il primo volo diretto internazionale. Un evento storico che ha acceso un dibattito sui rischi del turismo di massa.