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Monsanto ha detto sì. Dopo cinque mesi di trattative e tentennamenti, la società americana ha accettato l’offerta di Bayer: 66 miliardi di dollari, compreso il debito. Si passa così da 127,5 a 128 dollari ad azione. Per giunta, la casa farmaceutica tedesca si impegna a pagare una commissione da 2 miliardi di dollari qualora l’Antitrust
Monsanto ha detto sì. Dopo cinque mesi di trattative e tentennamenti, la società americana ha accettato l’offerta di Bayer: 66 miliardi di dollari, compreso il debito. Si passa così da 127,5 a 128 dollari ad azione. Per giunta, la casa farmaceutica tedesca si impegna a pagare una commissione da 2 miliardi di dollari qualora l’Antitrust dovesse bocciare la mastodontica operazione. Nella giornata di oggi – si legge nella nota diffusa dal sito di Bayer – i vertici di Monsanto hanno dato il loro via libera alla fusione, che dovrebbe essere portata a termine entro la fine del 2017.
La telenovela era iniziata a maggio, quando Bayer aveva offerto 62 miliardi di dollari in contanti, pari a 122 dollari ad azione, ricevendo in risposta un netto rifiuto. A luglio, il contrattacco: 64 miliardi di dollari, pari a 125 dollari ad azione. Ancora un “no”. Ma la casa farmaceutica non ha mollato e la sua ultima offerta è stata quella vincente. Per gli azionisti di Monsanto, 128 dollari ad azione corrispondono a un premio del 44% rispetto alla chiusura del titolo lo scorso 9 maggio, alla vigilia della prime indiscrezioni sull’acquisizione. Bayer dichiara di voler finanziare la transazione con una combinazione di debito ed equity. La componente equity, pari a circa 19 miliardi di dollari, dovrebbe essere raccolta tramite l’emissione di bond convertibili e aumento di capitale. Ora bisognerà aspettare l’ok degli azionisti di Monsanto e soprattutto quello delle autorità Antitrust.
Il nodo dell’Antitrust non è certo banale. E negli ultimi mesi non sono mancati gli allarmi da parte degli esperti: un colosso come la “Bayersanto” finirebbe per stravolgere il mondo dell’agricoltura. Il settore agrochimico, che vale complessivamente circa 85 miliardi di euro, infatti è già in mano a una manciata di soggetti. Ed è destinato a diventare sempre più oligopolistico, visto che in questi mesi si tratta anche per le fusioni Syngenta-Chemchina e Dow Chemical-DuPont. Ora, dal matrimonio Bayer-Monsanto nascerà il colosso numero uno al mondo, che da solo controllerà il 24 per cento del mercato dei pesticidi e il 29 per cento di quello dei semi.
Il futuro è ancora tutto da scrivere, ma alcune conseguenze sono facili da immaginare. A partire dall’aumento dei prezzi, sia per i produttori sia per i consumatori, e dal calo dell’offerta (e, quindi, della biodiversità). Ma è prevedibile anche che Bayer abbia già messo gli occhi sul mondo degli Ogm. E “spazzare via” il nome di Monsanto, che da anni è inviso alla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, potrebbe rivelarsi un’efficace scelta di marketing capace di far “digerire” meglio ai cittadini il tema degli organismi geneticamente modificati.
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