
Il governo vara il ddl che segna l’inizio del ritorno al nucleare, di nuova generazione, per contribuire alla decarbonizzazione. Quali pro e quali contro?
Le celle di combustibile producono elettricità e calore semplicemente combinando idrogeno e ossigeno. Sono la base delle centrali ad idrogeno
Il meccanismo di funzionamento è semplice: idrogeno e ossigeno si combinano per produrre elettricità, calore e acqua. L’idrogeno non è disponibile in natura, ma deve essere ricavato con processi che richiedono grosse quantità di energia. E’ possibile però anche estrarlo dal metano, con un processo chiamato “reforming” che, pur senza eliminare le emissioni di gas serra tipiche dei combustibili fossili, le riduce notevolmente.
Una piccola centrale elettrica a idrogeno a fronte di un costo non più del doppio di un modello convenzionale della stessa potenza, offre vantaggi in termini di efficienza perché, oltre all’energia elettrica i generatori a idrogeno producono energia termica utilizzabile per il riscaldamento. Inoltre il prodotto è di “qualità” in quanto non ci sono sbalzi di tensione e non c’è pericolo che venga a mancare improvvisamente la corrente.
Molte società che producono caldaie si stanno interessando a questa tecnologia. A Gelsenkirchen, in Germania, è stato installato un sistema che genera riscaldamento, acqua calda ed elettricità per un complesso di appartamenti grazie a celle di combustibile.
Lo scenario in cui le celle di combustibile per usi stazionari, come si chiamano in gergo queste apparecchiature, potrebbero diventare protagoniste è quello della liberalizzazione del mercato dell’energia. L’elettricità prodotta in questo modo rende possibile l’interscambio di energia tra diversi produttori e consumatori. In altre parole, chi genera energia elettrica e non la consuma può immettere nella rete e rivendere al gestore l’eccesso, come è già previsto oggi per gli impianti fotovoltaici. Inoltre i tralicci dell’alta tensione sarebbero condannati a sparire, perché l’energia verrebbe consumata direttamente dove è prodotta, o a poca distanza.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il governo vara il ddl che segna l’inizio del ritorno al nucleare, di nuova generazione, per contribuire alla decarbonizzazione. Quali pro e quali contro?
Saudi Aramco, ExxonMobil, Shell, Eni: sono alcune delle “solite” responsabili delle emissioni di CO2 a livello globale.
Il governo vara un decreto per aiutare le famiglie più fragili contro il caro bollette. Ma manca il disaccoppiamento dei prezzi di gas ed elettricità.
Bp aumenterà gli investimenti nei combustibili fossili di circa il 20 per cento, tagliando del 70 per cento quelli nelle rinnovabili.
A cinque anni dall’entrata in funzione di Tap, il progetto di ampliamento della capacità di trasporto di gas riporta l’attenzione sull’opera.
Da una parte, l’Italia stringe un accordo sulle rinnovabili con Emirati Arabi Uniti e Albania. Dall’altra, continua la corsa al gas fossile.
Dopo aver abbandonato il gas russo, l’Austria sta puntando sulle pompe di calore e la geotermia. Un esempio che potrebbe ispirare il resto d’Europa.
Più gas, meno eolico. Più trivelle, meno tecnologia verde. Le scelte di Trump in campo energetico danneggiano ambiente e lavoratori.
In Europa, le emissioni di CO2 da produzione di elettricità sono diminuite del 59% nel 2024, rispetto al 1990. Grazie alle fonti rinnovabili.