Un documentario che racconta la vita attorno ad una grande quercia attraverso gli occhi dei suoi abitanti. Un film per tutti dal 25 gennaio al cinema.
Cinemambiente compie 20 anni. Il programma, i temi e le novità del 2017
Dal 31 maggio al 5 giugno, Torino ospita la ventesima edizione di Cinemambiente. Il programma e i temi dell’edizione 2017 della rassegna cinematografica internazionale.
Da semplice rassegna tematica a vero e proprio festival internazionale. In vent’anni, la manifestazione torinese Cinemambiente è diventata un appuntamento sempre più importante, sia per la cinematografia del settore, che per il dibattito legato ai temi ecologici. Un successo graduale, che ha trasformato la kermesse nel “massimo riferimento nazionale del cinema ambientale e una delle più importanti manifestazioni di settore a livello mondiale”.
Quale migliore occasione, dunque, se non il compiersi del suo ventennale, per inaugurare un’edizione ricchissima di contenuti, che accoglierà pubblico, studenti, esperti e critica dal 31 maggio al 5 giugno con centinaia di proiezioni ed eventi. Quartier generale, come sempre, sarà il centralissimo cinema Massimo, a due passi dalla Mole Antonelliana, con numerosi appuntamenti dislocati in varie sedi culturali della città.
Cinemambiente 2017: il programma del festival
Con un programma fitto di proposte Cinemambiente quest’anno si espande anche in altre città, con proiezioni organizzate a Milano, Firenze, Genova e Brindisi e, dal 5 al 12 giugno, a Bologna, in occasione del G7 dell’ambiente.
Un’espansione che va di pari passo con i dati in crescita del festival che quest’anno ha registrato la cifra record di 1.550 film iscritti. Un numero che, insieme alle percentuali di crescita di pubblico della passata edizione, dimostrano una crescente vitalità del cinema ambientale e quindi dell’interesse generale verso le sue tematiche.
Con una selezione di 105 titoli il cartellone alternerà documentari italiani, internazionali, film di 60 minuti, cortometraggi e film d’animazione, suddivisi nelle tradizionali sezioni competitive e non, con l’aggiunta di numerosi appuntamenti di confronto con gli autori e dibattiti, articolati in ecotalk ed eventi speciali. Occasioni davvero uniche e preziose per approfondire spunti e interrogare gli esperti.
Il punto sul clima
Il meteorologo Luca Mercalli apre il festival con Il punto di Luca Mercalli: l’annuale “rapporto” sullo stato di salute del pianeta (mercoledì 31 maggio, ore 21, Cinema Massimo 1) per analizzare i dati sui cambiamenti climatici e atmosferici avvenuti nell’arco di un ventennio.
Tra questi ci sono l’aumento di CO2 in atmosfera, che ha toccato le 410 parti per milione, l’incremento della popolazione mondiale, aumentata di 1,5 miliardi di individui e arrivata a 7,5 miliardi, il primato del 2016, quale anno più caldo della storia e del 2017 come anno con la minor superficie di ghiacci polari marini. Un quadro che, nella sintesi, mostrerà una situazione quanto mai critica di tutti gli indicatori ambientali, in evidente stridore con le intenzioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di uscire dall’Accordo di Parigi sul clima.
Il legame tra clima, guerre e terrorismo
Subito dopo questo intervento sarà proiettato il film The age of consequences dell’australiano Jared P. Scott (co-autore del pluripremiato Requiem for the american dream), che tenterà di rispondere a un quesito dai risvolti politico-sociali: “Esiste una relazione tra i cambiamenti climatici, la crescente scarsità di risorse e l’aumento di ondate migratorie legate al propagarsi dei conflitti internazionali?”. Un’analisi, questa, che individuerà i cambiamenti climatici come cause di grandi emergenze internazionali, quali le guerre, le migrazioni e il terrorismo.
Le conseguenze del riscaldamento globale e i cambiamenti climatici sono al centro di molti altri titoli, tra cui Thank you for the Rain di Julia Dahr e Kisilu Musya , in cui Kisilu, piccolo proprietario terriero del Kenya, usa la videocamera per documentare la vita della sua famiglia e del suo Paese, tra inondazioni, siccità e alti costi umani. Grazie all’incontro con Julia Dahr, autrice del film, lo si vede trasformarsi da padre di famiglia ad attivista mondiale, fino alla conferenza sul clima di Parigi del 2015 (Cop 21).
I temi delle opere
Le emergenze sociali e ambientali sono al centro di molti film, tra cui lo spagnolo Frágil Equilibrio vincitore del premio Goya 2017 come miglior documentario. Il regista Guillermo García López tenta di offrire una fotografia della condizione umana attuale dal Giappone al Marocco, passando per la Spagna della recessione.
Altri temi affrontati dalle opere in programma saranno il land grabbing (Silent land, Rise – Red Power), i cambiamenti del mondo del lavoro nell’epoca dell’iper-consumo (Machines), l’inquinamento del suolo e delle acque (Holy (un)Holy River), il flagello inarrestabile della plastica (Plastic China, Océans, le mystère plastique), le discariche abusive (La finestra sul porcile. Diario hitchcockiano di un ecologista), la situazione dell’agricoltura contadina (Cabbage, potatoes and other demons) e la lotta in difesa degli animali (Lion Ark).
Le buone pratiche: ripartire da modelli possibili
Un aspetto particolarmente affascinante di questa nuova edizione di Cinemambiente è la sua scelta di accostare alla sua vocazione di denuncia sociale, tipica dell’environmental cinema, anche la tendenza a raccontare i “modelli positivi realizzabili, le buone pratiche, le modificazioni degli stili di vita e dei comportamenti individuali e collettivi in grado di fare la differenza in un futuro prossimo”.
In quest’ottica si inseriscono, per esempio, i documentari Ci vuole un fiore di Vincenzo Notaro e Il tempo delle api di Rossella Anitori e Darel Di Gregorio, entrambi ambientati a Roma e nelle sue immediate vicinanze. Ci vuole un fiore racconta la nascita (nel 2008) del primo orto urbano di Roma, realizzato da semplici cittadini nel quartiere della Garbatella, dove oggi il verde ha sostituito un’area prima desolata. Il tempo delle api affronta, invece, il tema dell’apicoltura, documentando la storia di due amici impegnati, tra mille difficoltà, a replicare in un casale dei Castelli Romani, un metodo naturale imparato in Sudamerica.
Transition town e green society
Come anticipato, Cinemambiente si fa promotore di incontri e dibattiti, durante i quali verranno raccontate storie concrete di soluzioni possibili. In questo solco si inserisce l’ecotalk dedicato alle Transition town (città di transizione) e alla just transition (transizione equa), il movimento che punta a passare “dall’economia liberista fondata sulla crescita illimitata, a uno sviluppo locale sostenibile, resiliente e creativo”. Un concetto sostenuto dall’Onu e che oggi coinvolge circa 2000 realtà.
Con lo stesso spirito nasce anche l’ecotalk che affronta il tema delle green society e di tutti quei comportamenti sostenibili in graduale crescita in questi anni: dalla diffusione delle energie rinnovabili, alla raccolta differenziata o del riuso, dall’incremento della produzione del biologico, alla mobilità condivisa e sostenibile e al turismo responsabile. Tematiche indagate da Legambiente nel primo rapporto italiano dedicato alla green society e qui presentato, insieme alle testimonianze dirette dei protagonisti di alcune delle 101 “storie green” riportate nel volume Alla scoperta della green society a cura di Vittorio Cogliati Dezza.
Animazione: desiderare un mondo migliore
Davvero molto ampia e interessante è la sezione dedicata ai cortometraggi sia live action che animati, che ci porta in cerca del Bigfoot (Cam), nella foresta amazzonica del Brasile (Caminho dos gigantes), a fare un viaggio in car pooling nel nord della Francia (Asphalte), nel cortile di una scuola in cui una bambina, solitaria difende il suo giardino segreto dai compagni (Une petite différence) e in moltissimi altri luoghi reali e fantastici insieme.
Un viaggio animato che diventerà una vera e propria esplorazione dei rapporti tra il mondo umano e quello animale e che ci condurrà tra i territori e i fenomeni naturali del pianeta, attraverso universi immaginari e metafore, raccontandoci, in sintesi, il desiderio di un mondo migliore. Un tentativo nobile di catturare l’attenzione dei più piccoli e stimolare il loro interesse verso la tutela e il rispetto dell’ambiente.
Con lo stesso fine anche la Mole Antonelliana si “mobiliterà” invitando tutti a volgere il naso all’insù, quando sulle sue poderose pareti mostrerà le immagini di vertebrati inclusi nella Lista Rossa dell’Unione mondiale per la conservazione della natura, per l’evento Visioni della sesta estinzione e, come molti altri edifici, si tingerà di verde il 5 giugno, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente 2017.
Sono davvero tantissime le opportunità e le ragioni per seguire questa edizione speciale e ricchissima di Cinemambiente, che spegne le sue prime venti candeline nel segno di un ritrovato ottimismo.
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