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Clima, l’Italia ha ratificato l’Accordo di Parigi
Nessun voto contrario a Montecitorio: adesso tocca al Senato esprimersi rapidamente per far arrivare l’Italia pronta alla Cop 22 di Marrakech sul clima.
L’Italia ha ratificato ufficialmente l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, siglato nella capitale francese lo scorso 12 dicembre: ci sono voluti 10 mesi (nulla comunque in confronto ai 5 di tempo che ci vollero per la ratifica del primo Protocollo di Kyoto) ma alla fine, dopo la Camera, anche il Senato ha dato il proprio ok al trattato, che ha già superato le condizioni minime (la ratifica di 55 paesi corrispondenti almeno al 55 per cento delle emissioni mondiali) per entrare in vigore ufficialmente il 4 novembre prossimo, ottenendo anche la ratifica del parlamento europeo.
Alla Camera tutti uniti, ora tocca al Senato
La ratifica dell’accordo è stata approvata praticamente all’unanimità dalla Camera: hanno votato tutti a favore, dal Partito democratico a Forza Italia passando per il Movimento 5 Stelle, con la sola astensione della Lega Nord, per la quale l’accordo “era partito con le migliori intenzioni, ma si è concluso al ribasso, con il mantenimento da parte di alcuni stati contraenti dell’effettivo esercizio di dumping ecologico e la difficoltà di far firmare l’accordo a Paesi che sono ormai delle grandi potenze”. Ora tocca al Senato dire l’ultima parola: in tempi brevi, perché la ratifica permetterà all’Italia, come chiedevano le associazioni ambientaliste anche con una petizione su Change.org, di non arrivare in ritardo alla prossima Conferenza sul clima che si terrà a Marrakech a novembre, nel corso della quale si discuterà del passo successivo, ovvero l’attuazione degli impegni di Parigi, con particolare riguardo agli aspetti finanziari.
Grazie a parlamentari @Montecitorio per ratifica ddl accordo #Cop21 Parigi. Nessun voto contrario è segnale di impegno e sensibilità. #clima
— Gian Luca Galletti (@glgalletti) 19 ottobre 2016
Gli obiettivi dell’Accordo e quelli dell’Italia
L’obiettivo di lungo termine dell’accordo di Parigi è contenere l’aumento della temperatura ben al di sotto dei 2 gradi e proseguire l’azione volta a limitare l’aumento di temperatura a 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. A livello nazionale invece, il disegno di legge di ratifica che è stato approvato prevede che il Governo, che si impegna per 100 milioni di euro fino al 2018 per il Green Climate Fund, definisca una nuova e più impegnativa roadmap climatica sia prevedendo, nel prossimo disegno di legge di bilancio, misure volte a garantire il perseguimento degli obiettivi fissati a livello internazionale, anche rivedendo la strategia energetica nazionale. Perché, come ha spiegato a Montecitorio Mariastella Bianchi del Pd, “è importante che l’accordo non ponga vincoli dall’alto, ma chieda impegni personali ad ogni paese nelle proprie specificità” ma lo è altrettanto che ogni paese predisponga per tempo i propri piani di intervento.
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