Circa 40.000 persone hanno sostenuto le richieste indigene, che si oppongono a un progetto di revisione del trattato fondativo della Nuova Zelanda.
Colombia, pace con le Farc a rischio dopo la vittoria del no al referendum
A sorpresa il popolo colombiano ha respinto l’accordo di pace tra il governo e i guerriglieri delle Farc.
Sembrava fatta, sembrava che la Colombia, dopo oltre mezzo secolo di guerra, avesse deciso di deporre le armi e vivere in pace. Lo scorso agosto infatti era stato trovato uno storico accordo tra il governo colombiano e i guerriglieri delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), che poneva fine alla guerriglia. Per ratificare l’intesa di pace è stato indetto un referendum che si è svolto domenica 2 ottobre. Ai colombiani è stato chiesto, “Sostieni l’accordo finale per terminare il conflitto e per la costruzione di una pace stabile e permanente?”. Contro le aspettative hanno vinto i sostenitori del “No” e l’accordo di pace è stato respinto dagli elettori colombiani.
Ha vinto il no
La vittoria del no è stata tanto minima quanto sorprendente. Il 50,24 per cento dei cittadini aventi diritto al voto si è opposto all’accordo tra governo e Farc. La differenza tra sì e no è stata inferiore ai 63mila voti ed ha sorpreso la Colombia e il mondo intero.
I perché del risultato
Nonostante gli analisti politici prevedessero il successo dell’accordo, il Paese aveva dato nelle ultime settimane segnali contrastanti, mostrando un popolo spaccato. In molti ritenevano l’accordo, firmato lo scorso lunedì a Cartagena de Indias dal presidente Juan Manuel Santos e dal leader delle Farc Rodrigo “Timochenko” Londoño, e a cui mancava solo il nulla osta del popolo, troppo favorevole nei confronti dei membri delle Farc.
Colombia divisa
La differenza tra i due schieramenti è stata, secondo le prime analisi, soprattutto geografica. La grande maggioranza dei “Sì” è arrivata da coloro che conoscono sulla propria pelle l’inutile crudeltà della guerra e che vivono nelle zone rurali maggiormente colpite dall’annoso conflitto, mentre gli abitanti delle città, forse spaventati dal reinserimento nella società degli uomini delle Farc, hanno votato prevalentemente “No”.
Forte astensionismo
Sul risultato del referendum ha indubbiamente pesato la forte astensione, su oltre tredici milioni di colombiani chiamati al voto, circa il 60 per cento non ha espresso la propria preferenza.
Volontà di pace
Il presidente Juan Manuel Santos, la cui leadership esce assai indebolita dal referendum, dovrà attenersi al responso delle urne. Santos ha però dichiarato che continuerà i negoziati con le Farc, per trovare un accordo che soddisfi tutti e mantenere al contempo la pace raggiunta. “Il cessate il fuoco è bilaterale e definitivo, non mi arrenderò: cercherò la pace fino all’ultimo giorno del mio mandato”, ha affermato il presidente colombiano all’indomani del referendum. Volontà confermata da Londoño, “le Farc ribadiscono di essere disponibili a usare solo la parola come arma di costruzione del futuro”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’Aia accusa ufficialmente Netanyahu e Gallant di crimini di guerra a Gaza. Per la prima volta nella storia della Corte si chiede l’arresto di leader occidentali.
La Colombia fa la sua parte per sradicare il fenomeno dei matrimoni precoci con una legge che proibisce di sposarsi al di sotto dei 18 anni.
Il paese del Caucaso punta su eolico, solare e idroelettrico. Ma il legame con il petrolio è ancora forte. Quali progetti ci sono nel cassetto e che ruolo gioca l’Europa.
Israele a Gaza sta attuando politiche che privano deliberatamente la popolazione delle risorse per vivere. Per il Comitato speciale dell’Onu è genocidio.
La società di contractor accusata di aver torturato i detenuti del carcere di Abu Ghraib è stata condannata a pagare un risarcimento danni di 42 milioni
Gran parte dei media e della politica hanno parlato di “pogrom” e “caccia all’ebreo” riguardo alle violenze di Amsterdam. Le cose stanno diversamente.
Dichiarazioni tiepide sono arrivate da Mosca dopo la vittoria di Trump. Rimane incerto il futuro dell’invasione dell’Ucraina.
Donald Trump inizierà il nuovo mandato a gennaio, ma intanto capiamo come si posizionerà sui dossier Ucraina, Medio Oriente, Cina e Ue.