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Come si salva un rinoceronte
Lo scorso anno è stato orribile per i rinoceronti che vivono in Sudafrica. In 12 mesi ne sono stati uccisi 1.004, mentre sono stati 343 i bracconieri arrestati. Il 2014 non sembra essere un anno migliore visto che nei primi sette mesi ne sono stati già uccisi 618 (dati della Wessa rhino initiative), per lo
Lo scorso anno è stato orribile per i rinoceronti che vivono in Sudafrica. In 12 mesi ne sono stati uccisi 1.004, mentre sono stati 343 i bracconieri arrestati. Il 2014 non sembra essere un anno migliore visto che nei primi sette mesi ne sono stati già uccisi 618 (dati della Wessa rhino initiative), per lo più all’interno del parco nazionale Kruger, la riserva naturale più grande del Sudafrica.
“Un rinoceronte viene ucciso ogni sette ore, e quando ne parli a qualcuno la sua reazione è scuotere le mani come in un gesto di disperazione”. Dereck Joubert insieme a sua moglie Beverly hanno dato vita a una fondazione che si chiama Rhinos without borders (Rinoceronti senza frontiere) per cercare di affrontare il problema del bracconaggio, con un approccio innovativo, che finora nessuno aveva mai portato avanti: spostare i rinoceronti in luoghi più sicuri.
Secondo le previsioni, nel 2015 la fondazione farà volare cento rinoceronti dal Sudafrica, che ospita l’80 per cento della popolazione del continente, al Botswana in quanto paese con il minor tasso di bracconaggio in Africa. I rinoceronti vengono principalmente donati da privati o dal governo sudafricano.
Questi due dati, insieme, spiegano l’idea di Dereck e Beverly: “È sbagliato tenere tutto il tuo patrimonio in un unico posto. Ha molto più senso distribuirlo in giro, sia dal punto di vista ecologico che genetico. Così se dovesse verificarsi una catastrofe in un determinato luogo, non si rischia di perdere tutto”.
L’intero processo richiede circa 45mila dollari (circa 35mila euro) per esemplare e diversi mesi visto che include anche azioni successive alla migrazione, utili a far ambientare gli animali nella loro nuova casa. I rinoceronti, infatti, amano stare in gruppo, ma in Botswana la densità è ancora piuttosto bassa.
Uno dei motivi principali per cui il bracconaggio in Botswana non è un problema grave è rappresentato dalla politica dura adottata dal governo contro i criminali. “Se un bracconiere viene fermato dalla polizia – continua Dereck – e non consegna immediatamente le armi, i militari considerano l’atteggiamento come aggressivo” e sono autorizzati a sparare. Un rischio troppo alto per un corno di rinoceronte, per quanto questo sia considerato prezioso sul mercato nero.
Oggi un corno viene pagato 65mila dollari al chilogrammo per le sue presunte proprietà benefiche per la salute. C’è chi crede che possa curare il cancro, chi lo considera afrodisiaco. Niente di tutto ciò è mai stato provato.
La Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites) nel 1989 ha messo al bando il commercio di avorio, e nella decisione è stato incluso anche il corno di rinoceronte che in realtà è fatto di cheratina. Nonostante questo, la guerra contro il bracconaggio è ancora lunga. Negli ultimi anni si è fatta persino più dura e sanguinosa come dimostrano i numeri in continua crescita, ma idee e persone come Beverly e Dereck Joubert fanno ben sperare.
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