Si tratta del pesce tilapia dal mento nero. Il governo tailandese ha stimato una spesa di oltre 265 milioni di euro per contrastarne la diffusione.
Congo, tre ranger sono morti per difendere gli elefanti
Nel Parco nazionale di Garamba tre ranger sono rimasti uccisi in uno scontro a fuoco con i bracconieri. La Repubblica Democratica del Congo si conferma uno dei paesi più pericolosi per gli animali e per le persone che si occupano di conservazione.
Il Garamba National Park nella Repubblica Democratica del Congo, uno dei più importanti e antichi parchi naturali dell’Africa equatoriale, ospita una grande varietà di fauna, come elefanti, leoni, giraffe, ippopotami e rinoceronti bianchi, o almeno quel che rimane delle antiche popolazioni dopo decenni di bracconaggio.
Scontro tra ranger e bracconieri
Il parco, fondato nel 1938 e dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1980, è costantemente teatro di scontri sanguinosi tra i bracconieri e i ranger che cercano di proteggere gli animali selvatici. Lo scorso 24 aprile tre ranger sono stati uccisi e due feriti in una sparatoria con dei cacciatori di frodo, tutte le vittime facevano parte di African Parks, organizzazione non governativa olandese-sudafricana che gestisce molti parchi naturali africani.
Le vittime
Secondo quanto riportato dall’organizzazione le vittime sarebbero i ranger Dimba Richard, Anigobe Bagare, e Matikuli Tsago, mentre il direttore del parco Erik Mararv e il ranger Kenisa Adrobiago, rimasti feriti, sono in condizioni stabili. Ulteriori dettagli sulla vicenda non sono ancora stati resi pubblici.
I numeri del conflitto
Il Garamba, che si estende per 13mila chilometri quadrati ed è composto da immense savane, praterie e foreste, era un tempo una roccaforte per gli elefanti e altri animali selvatici, oggi invece la fauna e le persone che si occupano di conservazione sono costantemente minacciate. Lo scorso anno cinque guardie del parco e tre membri delle forze armate congolesi sono stati uccisi dai bracconieri.
Legame tra bracconaggio e terrorismo
Il traffico d’avorio è anche strettamente legato al terrorismo, nell’ultimo decennio sono attivi nel parco anche i miliziani dell’Esercito di resistenza del Signore (Lra), famigerato gruppo terroristico che spazia in tutta l’Africa centrale, e che sta mettendo a dura prova i ranger.
Una vita spesa per gli elefanti
“Siamo devastati da queste perdite – ha commentato la vicenda Peter Fearnhead, Ceo di African Parks. – I ranger sono in prima linea ogni giorno e dedicano la propria vita per proteggere gli elefanti da bande di bracconieri fortemente militarizzate”. I familiari delle vittime, ha fatto sapere l’organizzazione non governativa, riceveranno un indennizzo pari a sei volte il loro stipendio annuale più i fondi raccolti dalle campagne di donazione.
Elefanti a rischio
Nonostante Cina e Stati Uniti si siano impegnati a livello internazionale a eliminare gradualmente le importazioni di avorio, il bracconaggio rimane comunque estremamente elevato e provoca la morte di oltre 35mila elefanti africani ogni anno, mettendo a serio rischio la sopravvivenza della specie in Africa.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il passero cavalletta è stato salvato dall’estinzione prelevando le ultime coppie riproduttive per allevarle in cattività e reintrodurle poi di nuovo in natura.
Entusiasmo tra i botanici britannici per il ritrovamento di un’orchidea fantasma: in passato era stata addirittura dichiarata estinta.
Il Coesistenza festival è un luogo per parlare del rapporto tra uomo e fauna selvatica, una relazione complessa ma imprescindibile.
Per incoraggiare la citizen science, gli scienziati hanno pubblicato una lista delle specie di uccelli di cui mancano testimonianze recenti.
60 uova di coccodrillo siamese si sono schiuse in Cambogia, la più grande popolazione nata in questo secolo dopo anni di sforzi per la conservazione.
L’incontaminato vallone delle Cime Bianche, in Valle d’Aosta, è una Zona di protezione speciale ma è minacciata da un collegamento funiviario. C’è chi si batte per la sua salvaguardia.
Si tratta di un primo risultato positivo del progetto di reintroduzione in Calabria del cervo italico, che ora è solo presente in Emilia-Romagna.
Grazie a un incredibile progetto sarà ripristinata la foresta pluviale temperata in Galles, riportando la natura del passato celtico.