Drogata e stuprata per anni, Gisèle Pelicot ha trasformato il processo sulle violenze che ha subìto in un j’accuse “a una società machista e patriarcale che banalizza lo stupro”.
La Corea del Nord lancia un missile che sorvola il Giappone
Un missile balistico lanciato dalla città di Sunan, in Corea del Nord, ha percorso 2.700 chilometri sorvolando il Giappone. Dura reazione di Tokyo e Seul.
Due minuti prima delle sei di mattina ora locale (quando in Italia erano ancora le 23), dalla città di Sunan, non lontano dalla capitale Pyongyang, le autorità militari della Corea del Nord hanno premuto il pulsante di accensione di un missile balistico a lunga gittata. Si è trattato dell’ennesimo test ordinato dal regime di Kim Jong-un, che stavolta ha assunto un carattere particolarmente inquietante per la comunità internazionale e, soprattutto, per le nazioni vicine.
Riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite
Il missile ha infatti percorso 2.700 chilometri in quattordici minuti prima di affondare nelle acque del Pacifico, 1.180 chilometri ad est di Capo Erimo, la punta meridionale dell’isola giapponese di Hokkaido. Non a caso, le prime reazioni sono arrivate proprio dal governo di Tokyo, che ha parlato di “minaccia senza precedenti” (benché sia la terza volta che un lancio sorvola l’arcipelago nipponico). Il test nordcoreano ha fatto scattare il sistema giapponese di monitoraggio militare J-Alert, che prevede la diffusione di un messaggio di allerta alla popolazione delle zone sorvolate. Anche la circolazione di tutti i treni è stata sospesa per circa venti minuti.
China calls for restraint after North Korea missile launch over Japan https://t.co/iJl4lcYwAX pic.twitter.com/U8wv40P2Ej
— Reuters Top News (@Reuters) 29 agosto 2017
Tokyo – assieme alla Corea del Sud e agli Stati Uniti – ha per questo domandato una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che dovrebbe essere effettuata in giornata. Seul, in particolare, ha fatto sapere attraverso il proprio presidente Moon Jae-in di voler chiedere una “potente dimostrazione di forza” in risposta al lancio del missile. E senza attendere le decisioni dell’Onu, ha ordinato a quattro caccia F-15K di effettuare una simulazione di bombardamento, sganciando otto bombe Mark-84 da una tonnellata ciascuna.
Il precedente del 1998 e la soluzione diplomatica tra Corea del Nord e Stati Uniti
Nelle acque sudcoreane proseguono intanto le manovre militari congiunte di Seul e Washington – fortemente osteggiate da Kim Jong-un -, mentre i servizi segreti sudcoreani parlano di un possibile nuovo test nucleare da parte di Pyongyang. Il rischio concreto, dunque, è quello di un’escalation: occorrerà verificare in particolare quali saranno le scelte del presidente americano Donald Trump. Non è la prima volta, infatti, che i rapporti con gli Stati Uniti sono così tesi. Nell’estate del 1998, il lancio di un missile da parte del regime asiatico sorprese Washington, dal momento che testimoniò in modo inequivocabile i progressi nel settore operati dagli apparati militari nordcoreani.
L’allora presidente Bill Clinton decise di tentare la via diplomatica, dapprima inviando a Pyongyang il segretario alla Difesa William Perry, quindi ricevendo due anni dopo alla Casa Bianca Jo Myong-rok, all’epoca vice-presidente della Commissione di difesa nazionale, organo militare supremo nordcoreano. Le parti, alla fine, si impegnarono a “porre fine alle ostilità” e posero le basi per un accordo globale sugli armamenti. Politica che però non fu proseguita da George W. Bush negli anni successivi.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I ribelli che hanno preso il potere in Siria stanno smantellando la produzione di captagon, la droga che arricchiva il regime di Assad.
Il 15 dicembre una petroliera russa si è spezzata a metà e un’altra è rimasta incagliata, riversando combustibile nello stretto di Kerch.
Nel campo profughi di Burj al-Barajneh, le donne palestinesi preparano pasti e distribuiscono aiuti alle persone in difficoltà nella città di Beirut.
Israele ha approfittato della caduta di Assad in Siria per espandere la sua occupazione del Golan, altopiano dove è presente illegalmente dal 1967.
Un’offensiva dei ribelli in Siria ha rovesciato nel giro di 11 giorni il regime di Assad. Ora si cerca una transizione pacifica del potere.
La scarcerazione di Narges Mohammadi è avvenuta per motivi di salute e durerà tre settimane. Cresce la pressione sul regime dell’Iran per renderla definitiva.
Migliaia di persone sono scese in strada contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione europea fino al 2028. Violenta la reazione delle forze dell’ordine. La presidente della Georgia rifiuta di lasciare il mandato finché non verranno indette nuove elezioni.
Il 28 novembre a Nuuk è atterrato il primo volo diretto internazionale. Un evento storico che ha acceso un dibattito sui rischi del turismo di massa.