Dichiarazioni tiepide sono arrivate da Mosca dopo la vittoria di Trump. Rimane incerto il futuro dell’invasione dell’Ucraina.
Donald Trump attacca (a sorpresa) i caccia F-35: costi insostenibili
Il presidente eletto degli Usa ha affermato che il programma di acquisto dalla Lockheed Martin dei bombardieri F-35 è finanziariamente “fuori controllo”.
“Il programma e i costi dei caccia-bombardieri F-35 sono fuori controllo. Si tratta di miliardi di dollari che possono essere e saranno risparmiati”. Alzi la mano chi avrebbe immaginato una presa di posizione di questo tipo da parte del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump. Eppure è proprio dalla sua bocca – o meglio dalla sua tastiera – che è partito un duro attacco alla Lockheed Martin, colosso dell’industria bellica americana. E c’è da scommettere che anche ai piani alti dell’azienda la notizia sia stata accolta con stupore.
Al Pentagono 2.400 caccia F-35
Trump ha affidato il proprio attacco al programma di aerei da caccia F-35, come ormai di consueto, ad un cinguettio su Twitter, assicurando che “a partire dal 20 gennaio” (data di inizio formale del suo governo) le cose cambieranno. La produzione dei mezzi bellici, lanciata all’inizio degli anni Novanta, è stata caratterizzata da un incessante aumento dei costi e da innumerevoli ritardi nella fabbricazione. Tanto da diventare in breve il progetto più caro dell’intera storia militare americana: il Pentagono potrebbe essere chiamato a sborsare infatti più di 400 miliardi di dollari per un totale di 2.400 apparecchi.
Subito prima delle elezioni dell’8 dicembre, il governo americano ha raggiunto un accordo con la Lockheed Martin per un ordine di 90 aerei al prezzo di circa 80 milioni di dollari ciascuno, ovvero un totale di 7,18 miliardi. Il che farà salire il totale di quelli già consegnati all’aviazione Usa a quasi 300 unità.
The F-35 program and cost is out of control. Billions of dollars can and will be saved on military (and other) purchases after January 20th.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 12 dicembre 2016
“Ai militari negoziatori sia vietato di lavorare per le stesse aziende”
Al di là della questione finanziaria, Trump ha anche chiesto che ai militari incaricati di negoziare accordi con società private – come nel caso degli F-35 – sia impedito di essere assunti in futuro dalle stesse: “Lo sapete come funziona – ha dichiarato il presidente eletto -, firmano un contratto come questo e dopo due o tre anni li ritroviamo a lavorare per quelle imprese…”.
Dopo la sortita del futuro inquilino della Casa Bianca, il titolo di Lockheed Martin è crollato a Wall Street, prima di riprendersi leggermente verso la fine della seduta.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Donald Trump inizierà il nuovo mandato a gennaio, ma intanto capiamo come si posizionerà sui dossier Ucraina, Medio Oriente, Cina e Ue.
Non c’è stato niente da fare per Kamala Harris. Con una vittoria netta, il repubblicano Donald Trump tornerà presidente degli Stati Uniti.
I repubblicani guadagnano consensi ovunque, anche negli stati in bilico. La vittoria di Donald Trump è netta.
Grazie alla tecnologia lidar sono state scoperte migliaia di strutture maya in Messico. Ci sono ancora molte rovine sepolte nella giungla.
Per molte minoranze il dritto a scegliere tra Harris e Trump alle elezioni presidenziali Usa resta un percorso a ostacoli.
Il partito Sogno georgiano confermato con il 53,9 per cento dei voti. Ma piovono accuse di brogli e interferenze. L’Ue chiede di indagare. Intanto la presidente del Paese invita alla protesta. I vincitori: “Questo è un colpo di Stato”.
Due leggi approvate da Israele a larga maggioranza renderanno di fatto impossibile per l’Unrwa operare a Gaza e in Cisgiordania. La comunità internazionale insorge.
Continua ad aumentare il numero di sfollati nel mondo: 120 milioni, di cui un terzo sono rifugiati. Siria, Venezuela, Gaza, Myanmar le crisi più gravi.