Egitto, esplosione in una chiesa copta causa decine di vittime

Lo Stato islamico rivendica l’attacco Aggiornamento del 14 dicembre: Il sedicente Stato Islamico (Is) ha rivendicato l’attentato di domenica scorsa contro la chiesa copta dei Santi Pietro e Paolo al Cairo, che ha causato 25 morti e decine di feriti. In un comunicato diffuso attraverso i suoi canali di propaganda, il Califfato ha identificato l’attentatore

Lo Stato islamico rivendica l’attacco

Aggiornamento del 14 dicembre: Il sedicente Stato Islamico (Is) ha rivendicato l’attentato di domenica scorsa contro la chiesa copta dei Santi Pietro e Paolo al Cairo, che ha causato 25 morti e decine di feriti. In un comunicato diffuso attraverso i suoi canali di propaganda, il Califfato ha identificato l’attentatore suicida con il suo nome di battaglia ‘Abu Abdallah al-Masri’ e minacciato l’Egitto, annunciando “nuove stragi” nei mesi a venire.

Ieri, mentre il paese osservava tre giorni di lutto per il sanguinoso attacco contro la minoranza cristiana copta, le autorità hanno diffuso un video dell’attentatore, identificato come Mahmoud Shafik Mohamed Mostafa. Le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano una sagoma che entra nella chiesa durante la messa, seguita da una forte esplosione.

 

 

Almeno 25 morti, tra cui molte donne e bambini, e 35 feriti: è il primo, parziale bilancio dell’attentato che ha colpito questa mattina la chiesa copta di San Pietro e Paolo, adiacente alla cattedrale di San Marco nel quartiere di Abasseya al Cairo. L’esplosione – riferisce la stampa locale – è avvenuta durante la celebrazione domenicale, quando la chiesa era piena di fedeli che assistevano alla messa. https://www.youtube.com/watch?v=lCWEMht1zYM

Tre giorni di lutto nazionale

Il presidente Abdel Fattah al Sissi ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale e assicurato, in un messaggio alla nazione, che i responsabili saranno catturati e puniti. “Il terrorismo mira a colpire gli egiziani, copti e musulmani” ha aggiunto il presidente “ma il nostro paese saprà riemergere da questa situazione più forte e più unito di prima”.

Una convivenza difficile

Le parole di Al Sisi tuttavia, tradiscono il dubbio che l’attacco di oggi, che nessuno ha finora rivendicato, possa complicare ulteriormente la difficile convivenza tra cristiani copti e musulmani nel paese. Già prima della caduta di Hosni Mubarak e ancor più dopo la rivoluzione del 2011 e il colpo di stato militare che nel 2013 ha destituito il presidente islamista Mohammed Morsi, la comunità copta è stata oggetto di attacchi e lamenta discriminazioni da parte delle autorità. Il primo gennaio 2011, poco prima dell’inizio della rivolta contro Mubarak, un attentatore suicida uccise 21 fedeli, facendosi esplodere fuori da una chiesa nella città costiera di Alessandria.

Dopo il rovesciamento militare del presidente Mohamed Morsi la comunità è stata oggetto di nuovi attacchi per mano di estremisti islamici che accusano i cristiani di aver sostento la sua cacciata, avvenuta dopo numerose manifestazioni di piazza che ne chiedevano le dimissioni. Il 14 agosto 2013, decine di chiese in tutto il paese sono state attaccate e date alle fiamme, dopo che la polizia ha ucciso centinaia di manifestanti pro-Morsi al Cairo.

Proteste dopo l’attacco

Secondo le ricostruzioni fornite oggi dalle emittenti egiziane, l’attentato alla Cattedrale di San Marco – la più antica chiesa d’Africa e sede del papa copto e patriarca Tawadros II – è stato messo a segno con 12 chili di tritolo. L’esplosione ha danneggiato soprattutto la navata laterale dell’edificio mentre danni solo parziali sarebbero stati riportati dalla navata principale. I copti costituiscono il 10% della popolazione egiziana, per la stragrande maggioranza musulmana sunnita.

La folla si raduna davanti alla Cattedrale copta di San Marco al Cairo dopo l'attentato Photo by Chris McGrath/Getty Images)
La folla si raduna davanti alla Cattedrale copta di San Marco al Cairo dopo l’attentato © Chris McGrath/Getty Images

Nelle ore successive all’attentato, una folla di egiziani, soprattutto cristiani, si sono radunati per una protesta improvvisata nei pressi della cattedrale, chiedendo le dimissioni del presidente al Sissi e del ministro degli Interni, Magdy Abdelgafar.

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