Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Etiopia, inizia il programma per rimboschire un sesto del Paese
In seguito all’efficace progetto di “restauro” del suolo di Tigray, lo stato africano ha deciso di estendere questa iniziativa ad un sesto del suo territorio.
Quindici anni fa i villaggi intorno ad Abrha Weatsbha, nel nord dell’Etiopia, erano sul punto di essere abbandonati. Le colline erano diventate aride e sterili, il terreno si stava progressivamente erodendo e le comunità locali erano afflitte da inondazioni e siccità e necessitavano di costanti aiuti alimentari. Oggi quella stessa zona è risorta. Una catastrofe ambientale è stata scongiurata grazie alla messa a dimora di milioni di alberi, piante e cespugli. Il terreno si sta riassestando, le colline sono tornate verdi e gli alberi da frutto crescono rigogliosi nelle valli.
Questo piccolo miracolo è stato possibile in pochi anni grazie allo sforzo delle comunità locali che hanno interdetto alcune aree agli animali, hanno iniziato a risparmiare acqua e hanno piantato milioni di alberi. Questa straordinaria opera di rimboschimento sta per essere replicata in larga scala in un’area che ricopre un sesto di Etiopia, una superficie delle dimensioni dell’Inghilterra. Questo progetto ambizioso, oltre a fermare l’erosione del suolo e a rendere la zona più “attrezzata” per resistere ai cambiamenti climatici, dovrebbe aumentare notevolmente la quantità di cibo in una delle zone più a rischio siccità e carestia del mondo.
“Negli anni Sessanta e Settanta grandi aree dell’Etiopia e del Sahel sono state devastate dalla siccità in seguito al pascolo eccessivo da parte degli animali”, ha affermato Chris Reij, ricercatore del World Resources Institute di Washington. “L’esperienza del Tigray, che ha visto il recupero di oltre 224mila ettari di terreno, dimostra che il ritorno della vegetazione nelle zone aride può essere molto veloce. Tigray è ora molto più sicura dal punto di vista alimentare di quanto non fosse dieci anni fa”.
Il lavoro di ripristino effettuato in quest’area dell’Etiopia non ha forse eguali in nessun’altra parte del mondo. Agli inizi degli anni Novanta ogni abitante di Tigray abile e arruolabile doveva contribuire annualmente con tre mesi di lavoro per scavare i pozzi per risparmiare acqua. In seguito questo obbligo è stato ridotto a 40 giorni all’anno e attualmente è di 20 giorni. Grazie a questi sforzi e al divieto di taglio e di pascolo ora migliaia di ettari di terreno si sono naturalmente rigenerati. L’impegno dell’Etiopia nell’opera di rimboschimento è stato elogiato dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, in occasione del vertice mondiale sul clima tenutosi a New York il mese scorso.
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