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14 film sui cambiamenti climatici da guardare prima della Cop 21
A pochi giorni dal via della 72ma Mostra del Cinema di Venezia e della consegna del Green Drop Award per il film più green, ecco una selezione (rivista) di titoli che trattano i cambiamenti climatici.
Manca poco all’apertura del sipario sulla 72ma Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia e alla consegna del Green Drop Award, arrivato ormai alla quarta edizione. Il premio, organizzato da Green Cross Italia, viene assegnato al film che meglio interpreta le tematiche di sostenibilità tra quelli in gara ed è dedicato quest’anno alla conferenza sul clima.
“Con la quarta edizione del Green Drop Award vogliamo lanciare un messaggio per unire ancora di più i temi dell’ambiente a quelli del Cinema, che sia sempre più sostenibile nei contenuti e anche nei processi produttivi”, spiega Elio Pacilio presidente di Green Cross Italia. “E da Venezia vogliamo andare verso Parigi, che sarà un appuntamento fondamentale su i temi dei cambiamenti climatici, quelli che abbiamo posto all’attenzione del mondo del cinema quando istituimmo il Green Drop nel 2012”.
Il mondo del cinema ha spesso trattato i temi legati all’ambiente, seppur in tono allarmistico o catastrofistico, anche se negli ultimi anni i toni si sono fatti vi via più seri e pensati per far riflettere gli spettatori sui cambiamenti climatici.
Ecco allora alcuni titoli, scelti da Green Drop Award, più alcuni scelti da noi.
- …e la Terra prese fuoco (1961). Film di fantascienza britannico diretto da Val Guest che racconta un pianeta che sta diventando inospitale a causa dei cambiamenti climatici dovuti proprio dall’azione dell’uomo. Siamo in piena Guerra Fredda con molti richiami al nucleare e al dualismo Stati Uniti Russia.
- Quintet (1979). Altro film di fantascienza con un cast d’eccezione (Gassman e Newman per citarne alcuni), che racconta di una Terra invasa dai ghiacci.
- Waterworld (1995). Prodotto e interpretato da Kevin Costner, sotto la regia di Kevin Reynolds, fu un vero flop. È ambientato in un mondo dove le calotte polari si sono sciolte e hanno allagato tutte le terre emerse, costrigendo i sopravvissuti a navigare perennemente alla ricerca della mitica Dryland.
- L’alba del giorno dopo (2004). è il primo vero film dai forti effetti speciali legato ai cambiamenti climatici. Nonostante gli avvertimenti degli scienziati che vedono la Corrente del Golfo rallentare, il mondo cade vittima di enormi tornado e in una repentina e distruttiva era glaciale. Emblematica la locandina del film. Qui la civiltà dovrà ricominciare da capo.
- Una scomoda verità (2006). Qui il protagonista è l’ex vicepresidente Al Gore. Per la prima volta si vedono sul grande schermo i grafici conosciuti solo dagli scienziati che mostrano come la concentrazione di CO2 stia aumentando a livelli mai registrati prima e spiega cosa potrà succedere se la specie umana non agirà tempestivamente. Il film vinse due premi Oscar.
- L’era glaciale 2. Il disgelo (2006). Film di animazione è il sequel del fortunato L’era glaciale. Se nel primo i tre protagonisti si trovano a migrare per scappare dai ghiacci, qui al contrario devono mettersi al riparo dal loro sciogliemento. Un cartone animato che parla (anche) di estinzione e cataclismi dovuti al mutamento climatico.
- L’11ma Ora (2007), prodotto e narrato da Leonardo di Caprio, uno degli attori di Hollywood più attivi nella protezione dell’ambiente, si tratta di un documentario dove vengono intervistate le maggiori menti e i più importanti personaggi pubblici sul tema del cambiamento climatico. Estremamente dettagliato, cerca di colpire l’emotività di chi lo guarda, obbligando ad una seria riflessione.
- Sizzle. A Global Warming Comedy (2008). Un film documentario votato alla commedia e alla battuta facile. Qui il dottor Randy Olson, forte sostenitore de “Una scomoda verità”, prende spunto dall’uragano Katrina per capire la confusione delle persone riguardo al riscaldamento globale, volendo intervistare personaggi famosi non proprio esperti e facendosi aiutare da un operatore scettico sui cambiamenti climatici.
- The age of stupid (2009). A metà tra film, documentario e animazione, il lungometraggio diretto da Franny Armstrong con Pete Postlethwaite, racconta di un’uomo che vive in un pianeta devastato dai cambiamenti climatici e che vive in cima ad una torre nell’Artico. Da qui si chiede se l’umanità avrebbe potuto evitarlo. L’anno è il 2055, quindi un lasso di tempo estremamente attuale e possibilistico.
- Chasing Ice (2012). Documentario realizzato dal fotografo del National Geographic James Balog, racconta tramite immagini fantastiche l’innarestabile declino della calotta antartica.
- Re della Terra Selvaggia (2012) Storia di una famiglia che vive nelle paludi nel profondo sud della Louisiana, denominata anche “grande vasca” per le continue alluvioni che avvengono in quella zona a causa dei cicloni. Le temperature della Terra sono in aumento, i ghiacci iniziano a sciogliersi, gli uragani si scatenano e bestie preistoriche chiamate Aurochs si scongelano: quando gli equilibri naturali si spezzano, la vita che da questi dipende rischia di scomparire.
- La quinta stagione (2012). In questo film scompaiono le stagioni e la Terra smette di dare nutrimento agli essere umani. Mentre la civiltà come la conosciamo scomparirebbe. Questo film è stato il vincitore della prima edizione del Green Drop Award.
- Snowpiercer (2013). Film di fantascienza che parla di cambiamenti climatici e di disparità sociali. Qui l’umanità vive in un perenne viaggio all’interno di un treno che corre tra binari e paesaggi ricoperti dai ghiacci e che hanno cancellato la civiltà come la si conosceva. Qui i più poveri mantengono i (pochi) ricchi e restano stipati in una perenne “terza classe”.
- Ice and the Sky (2015) Il recente documentario ha chiuso il 68mo Festival di Cannes, racconta la storia di Claude Lorius, l’uomo che nel 1957 partì per studiare il ghiaccio antartico. Nel 1965 è stato il primo scienziato a interessarsi del riscaldamento globale e delle sue conseguenze per il pianeta. Un film che, come detto dal regista stesso, vuole essere “un contributo alla grande sfida che l’umanità deve affrontare il prima possibile per assicurarsi un futuro e assicurarlo al pianeta”.
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