Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Cosa accadrebbe se bruciassimo tutte le riserve esistenti di fonti fossili
Uno studio canadese spiega che se il mondo consumasse tutte le riserve note di gas, petrolio e carbone, la temperatura media schizzerebbe alle stelle.
Se l’umanità utilizzasse tutte le riserve di fonti di energia fossile che sono state finora individuate, la temperatura media sulla superficie terrestre potrebbe crescere fino a quasi dieci gradi centigradi, entro la fine del prossimo secolo, rispetto ai livelli pre-industriali. Uno scenario catastrofico, che diventerebbe realtà se continuassimo a bruciare gas, petrolio e carbone allo stesso ritmo di oggi.
5mila miliardi di tonnellate di gas a effetto serra
La combustione di tali risorse provocherebbe infatti l’emissione di circa 5mila miliardi di tonnellate di gas ad effetto serra (in particolare CO2). Ovvero dieci volte il totale di quanto già rilasciato nell’atmosfera dall’umanità a partire della prima fase di industrializzazione.
A spiegarlo è uno studio pubblicato dalla rivista Nature Climate Change, secondo il quale l’attuale modello di sviluppo è del tutto incompatibile con la salvaguardia del pianeta. Una crescita di 9,5 gradi centigradi equivale infatti a quasi cinque volte il limite massimo, pari a 2 gradi, che si è fissata la comunità internazionale al termine della Conferenza mondiale sul clima di Parigi dello scorso dicembre.
Il mondo riunito a Bonn per il dopo – Cop 21
Ma non è tutto. Se bruceremo tutto le riserve di fonti fossili che abbiamo a disposizione gli effetti più devastanti si registreranno nella regione artica. Qui la crescita della temperatura media sarebbe compresa tra 15 e 20 gradi centigradi. Il che equivarrebbe ad un totale sconvolgimento degli equilibri locali nonché di quelli del mondo intero. “È bene sapere ciò che accadrà se non agiremo per frenare i cambiamenti climatici”, ha spiegato all’agenzia Afp Kasia Tokarska, dell’università di Victoria, in Canada, autrice principale dello studio.
Nel frattempo, dallo scorso 16 maggio i rappresentanti degli Stati che parteciparono alla Cop 21 sono riuniti a Bonn, presso la sede della Convenzione dell’Onu sul clima, con l’obiettivo di stabilire una road map per rendere operative le promesse avanzate a Parigi.
Immagine di apertura: ©Ian Waldie/Getty Images
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