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Fukushima 5 anni dopo. In Giappone fino a 66mila malati di cancro in più
Secondo due Ong di medici e scienziati americani, le radiazioni di Fukushima causeranno decine di migliaia di malati di cancro in più rispetto al normale.
La catastrofe della centrale nucleare di Fukushima potrebbe provocare tra 10 e 60mila casi di cancro in più nella popolazione del Giappone. A spiegarlo sono due associazioni di scienziati statunitensi, la Psr (Physicians for social responsability) e la Ipnn (International physicians for the prevention of nuclear war), entrambe schierate apertamente contro l’energia atomica.
In un rapporto intitolato “Cinque anni di vita con Fukushima”, pubblicato in occasione del quinto anniversario del disastro, le due organizzazioni spiegano di aver basato la stima sulla base dei dati scientifici e medici esistenti, ed in particolare su quelli che riguardano i bambini, il personale che ha partecipato alle operazioni di soccorso e di bonifica dell’area, nonché – più in generale – all’intera popolazione nipponica.
Più di 100 bambini malati nella provincia di Fukushima
Secondo quanto spiegato nel documento, a 116 bambini nella prefettura di Fukushima è stata già diagnosticata una forma aggressiva di cancro alla tiroide, “mentre normalmente si registrano da uno a cinque casi all’anno”. Mentre nell’ambito del personale addetto alla decontaminazione e al soccorso, “più di 25mila hanno assorbito dosi elevate di radiazioni”, il che comporta “rischi importanti per la loro salute”.
I pericoli sono stati confermati anche dalla ong Green Cross: secondo il fisico Stephan Robinson, direttore dei programmi acqua e disarmo dell’associazione, “nella città di Tomioka, non lontano dalla centrale, le radiazioni sono trentacinque volte superiori rispetto alla massima dose annua fissata dalle raccomandazioni della Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica. Ma anche al di fuori di quest’area, ad esempio a Koriyama, i parametri risultano fino a venti volte più alti della soglia”.
La Tepco ammette: conseguenze per i dipendenti
D’altra parte, riferisce l’agenzia francese Afp, anche i dati forniti dalla stessa compagnia elettrica Tepco, che gestisce la centrale, indicano che un centinaio di dipendenti dovrebbe sviluppare episodi tumorali in ragione delle eccessive radiazioni assorbite. E in una cinquantina di casi, tali patologie potrebbero risultare mortali. Ma secondo la Psr e la Ipnn si tratta di previsioni perfino ottimistiche, anche perché “le stime non tengono conto del personale impiegato temporaneamente”.
Inoltre, per la popolazione giapponese nel suo complesso, occorre tenere presente l’impatto che potrebbe aver avuto l’assunzione di cibi e acqua contaminati. “Tutto ciò potrebbe tradursi – sostengono gli autori della ricerca – in un aumento del numero di malati compreso tra 9.600 e 66mila casi in più rispetto al normale, in funzione delle dosi di radioattività assorbite”.
“Il governo nasconde gli effetti del disastro”
Catherine Thomasson, co-autrice del report, spiega che “le conseguenze di Fukushima ricadranno sul Giappone per anni e anni, e ciò non deve essere taciuto dai sostenitori del nucleare”. Nonostante ciò, prosegue, “il governo e la lobby dell’atomo nella nazione asiatica stanno facendo di tutto per nascondere gli effetti del disastro”. Alex Rose, pediatra e vice presidente dell’Ippn ha aggiunto: “Tutti ricordiamo, anni fa, la lobby del tabacco intenta a dimostrare che i propri prodotti non nuocevano alla salute. Argomentazioni che fecero presa solo perché gli effetti del fumo non sono immediatamente osservabili”.
Per questo Green Cross ha lanciato un appello al governo di Tokyo affinché non revochi i provvedimenti di evacuazione delle aree contaminate, e anzi li estenda. Ciò, ha spiegato il presidente dell’associazione Elio Pacillo, al fine di “proteggere quei 32 milioni di cittadini che oggi sono esposti alle radiazioni derivanti dall’incidente”.
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