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Il fumo avvolge l’Indonesia e il Sudest asiatico. Ed è anche colpa nostra
Svariati incendi hanno colpito l’Indonesia. Scuole chiuse, voli cancellati e una densa coltre oscura il cielo, mentre le foreste vanno in fumo.
Una densa coltre di fumo sta avvolgendo l’Indonesia, parte della Malesia e Singapore, a causa degli incendi dolosi appiccati dai contadini con la tecnica conosciuta come “taglia e brucia”.
Denso fumo ricopre le città indonesiane. Photo by Michael Eko/Getty Images
Le scuole sono state chiuse, in Indonesia e Singapore, così come sono molti i voli cancellati. Mentre su Twitter sono molte le immagini che descrivono la situazione in tempo reale.
Indonesia haze 1800+++ Gunung Lokon Indonesia fire beyond control.Expected worst situation. pic.twitter.com/OJalikJl8w
— Nazreen (@NazreenAwe) 27 Settembre 2015
Il presidente indonesiano Joko Widodo ha dichiarato alla Bbc che “ha fatto di tutto” per arginare il problema come ad esempio “inviare 3,700 soldati e quasi 8.000 poliziotti e 4 canader per spegnere gli incendi”. Al giornalista ha spiegato che ci vorrà del tempo per risolvere il problema degli incendi dolosi. “Vedrete i primi risultati presto, e in tre anni lo risolveremo”.
Nel frattempo la Cnn riporta che: “Gli ufficiali indonesiani hanno iniziato l’evacuazione dei neonati e delle loro madri dalla provincia di Riau, in quanto i livelli di inquinamento a causa degli incendi nella foreste e nelle torbiere rimangano elevati”.
Gli incendi vengono appiccati dalla popolazione locale a scapito della foresta pluviale, per recuperare terreni coltivabili e da dedicare al pascolo. In Indonesia in particolare da anni la deforestazione viene sistematicamente utilizzata per far posto alle piantagioni della più remunerativa palma da olio.
Ma questi non sono incendi come gli altri. Lo spiega bene la Nasa, che rilascia le incredibili immagini da satellite. Si tratta infatti di incendi difficili da estinguere in quanto alimentati dalla grande quantità di torba presente al suolo.
Gli incendi visti dal satellite. Photo via Nasa.
Inoltre, confermano gli scienziati, quest’anno sarà ancora più complicato in quanto a causa della presenza del Nino, la stagione secca sarà prolungata e questo ridurrà la quantità di precipitazioni che avrebbero potuto contribuire a spegnere gli incendi.
Ogni anno, riporta l’Ecologist, sono più di 100 mila gli ettari di torbiere distrutte per far posto alle piantagioni: vengono bonificate, riconvertite e poi bruciate, rilasciando enormi quantità di carbonio nell’atmosfera, tanto che l’85 per cento delle emissioni dell’Indonesia provengono proprio dall’uso agricolo del suolo, come deforestazione e appunto gli incendi.
E ciò accade anche perché la richiesta di olio di palma è in continua crescita. Finché non si regolamenterà il mercato, certificando e monitorando l’intera filiera, dalla piantagione alla popolazione locale al prodotto finito – nonostante le migliaia di chilometri che ci separano – un po’ sarà anche colpa nostra.
Immagine di copertina by Oscar Siagian/Getty Images
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