“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trasformare un rifiuto in qualcosa di meraviglioso”. L’intervista a Matteo Longo, direttore generale di Bioforcetech.
La Grande barriera corallina vale 37,8 miliardi di euro
Un rapporto di Deloitte indica il valore economico della Grande barriera corallina in Australia. Più alto di quello dell’intero settore minerario.
La Grande barriera corallina garantisce più posti di lavoro ai cittadini australiani rispetto a quelli offerti dalle compagnie petrolifere e del gas. E il suo valore economico supera quello dell’intero settore minerario. Ad indicarlo è la società di consulenza Deloitte, in un rapporto pubblicato il 26 giugno nel quale, per la prima volta, si analizza l’immensa riserva di biodiversità anche da un punto di vista puramente economico.
64mila posti di lavoro contro i 19mila dei colossi del petrolio e del gas
Le cifre contenute nello studio indicano infatti in modo inequivocabile come la salvaguardia della barriera corallina non rappresenti solamente un passaggio fondamentale per la salvaguardia dell’ecosistema: a pesare c’è anche il valore sociale (in termini di occupazione) e finanziario. Secondo Deloitte sono infatti ben 64mila i posti di lavoro che sono garantiti grazie all’attività economica che ruota attorno al sito, il cui valore è stato quantificato in 56 miliardi di dollari australiani: l’equivalente di circa 37,8 miliardi di euro. Al contrario, i colossi del settore minerario – come BHP Billiton e Rio Tinto – non superano i 21 miliardi di dollari australiani (14,2 miliardi di euro). Mentre le compagnie petrolifere e del gas offrono un posto di lavoro a solamente 19mila australiani.
Putting a price on the ‘priceless’? We have valued the #greatbarrierreef for @GBRFoundation https://t.co/Qv96srum4R pic.twitter.com/9BSP69MXjJ
— Deloitte Australia (@Green_Dot) 27 giugno 2017
I dati sono stati ricavati analizzando l’occupazione generata dall’attività turistica, da quella legata alla ricerca scientifica e da quella ittica. I 348mila chilometri quadrati della Grande barriera corallina forniscono in questo modo circa 39mila posti di lavoro diretti. Gli altri 25mila provengono invece dallo sviluppo della costa nello stato del Queensland, compreso il commercio locale, la costruzioni di navi e i servizi di trasporto marittimo. Senza contare il valore simbolico che il sito naturale garantisce all’Australia.
La Grande barriera corallina è “too big to fail”
È per questo che Deloitte conclude il proprio studio affermando che la barriera corallina rappresenta una realtà “too big to fail”, “troppo grande per fallire”. Una frase coniata durante la crisi finanziaria degli ultimi anni per identificare le banche e gli altri istituti finanziari considerati talmente importanti da dover essere salvati ad ogni costo dagli stati.
Il rapporto ha suscitato la reazione immediata di coloro che si oppongono ad una nuova miniera di carbone nel bacino di Galilee, che verrebbe sfruttata dal colosso indiano del settore Adani. Si tratterebbe del più grande sito di estrazione al mondo e verrebbe edificato proprio a pochissima distanza dalla Grande barriera corallina, la cui sopravvivenza verrebbe di conseguenza messa direttamente in pericolo. Nel tentativo di convincere gli ambientalisti, Adani ha sempre sottolineato le migliaia di posti di lavoro che verrebbero creati: ora il rapporto di Deloitte fa cadere anche questa ultima, fragile argomentazione.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite competizione e corsa alle performance colpiscono la salute mentale dei lavoratori, moltiplicano i casi di burn-out.
L’agrivoltaico permette la coesistenza di agricoltura ed energia solare. Un segmento che potrebbe rappresentare la frontiera della produzione energetica, come dimostra l’esempio di Caviro.
La gamma in arrivo sugli scaffali di Penny Market è destinata alla fascia dei 50-70enni che vogliono affrontare con serenità lo scorrere del tempo.
Acemoglu, Johnson e Robinson hanno dimostrato che le istituzioni democratiche creano prosperità e sviluppo. E sottolineato il ruolo delle colonizzazioni.
Le professioni tradizionali si evolvono, integrando competenze sostenibili. Il Fondo nuove competenze 2024 offre un supporto finanziario essenziale alle imprese italiane, promuovendo l’aggiornamento delle competenze digitali ed ecologiche per rimanere competitive.
Il corposo rapporto consegnato da Mario Draghi su competitività ed economia sembra far primeggiare innanzitutto le necessità delle imprese.
L’ultimo bilancio di sostenibilità di Gruppo CAP, Sorgente di connessioni, ricorda l’importanza di fare rete per rendere concreta la transizione ecologica.
Il G20 Finanze in Brasile si è chiuso con un primo passo verso l’imposizione di tasse per i super ricchi. Soddisfatta l’organizzazione umanitaria Oxfam.