
Uno studio della Nasa ha spiegato il motivo per il quale l’innalzamento del livello dei mari ha superato i dati che erano stati previsti dagli scienziati.
L’università di Grenoble, in Francia, ha ideato delle micro-centraline collegate a smartphone, per poter rendere “visibili” gli agenti inquinanti dell’aria.
Rendere l’inquinamento “visibile” per poterlo ridurre in modo più efficace. L’idea arriva dall’università di Grenoble, in Francia, e in particolare dai laboratori dell’Istituto di geografia alpina. I ricercatori che vi lavorano hanno infatti messo a punto dei micro-rilevatori, piccoli e performanti, che consentiranno di verificare in tempo reale la qualità dell’aria che si respira.
Regulatory group @airrhonealpes to launch a #CitizenScience #AirQuality monitoring initiative w/ #AirBeams, https://t.co/LkKmfiPOXF
— HabitatMap (@HabitatMap) 13 maggio 2016
“Nella maggior parte dei casi – ha spiegato all’agenzia Afp Sarah Duché, ricercatrice che lavora al progetto – non siamo in grado di percepire la quantità di inquinamento che respiriamo, a causa del fatto che la maggior parte degli agenti nocivi è invisibile a occhio nudo. Di conseguenza, non possiamo sapere a quali rischi siamo esposti”.
Così, si sta studiando la possibilità di far sperimentare ai cittadini le micro-centraline portatili: scatoline delle dimensioni di un navigatore satellitare, collegate ad una specifica applicazione per smartphone, che si possono agganciare facilmente alla propria bicicletta, o allo zaino nel corso di una passeggiata. “I dati sono accessibili facilmente e visualizzabili sul telefono in tempo reale. L’idea è di far sì che le persone prendano coscienza del fatto che non è per rompere loro le scatole che gli viene domandato di rinunciare il più possibile a spostarsi in automobile”, ha aggiunto Duché.
Ciascuna micro-centralina costerà qualche centinaio di euro. Poco, rispetto alle decine di migliaia necessarie per una professionale, ma comunque tanto per le tasche della maggior parte dei cittadini. Per questo l’associazione Air Rhône Alpes – che si occupa di monitorare per conto della pubblica amministrazione la qualità dell’aria nella regione – sta valutando la possibilità di prestare una trentina di dispositivi ad altrettanti abitanti, nel corso del prossimo autunno. “Il nostro obiettivo – ha sottolineato Camille Rieux, responsabile dell’organismo per il dipartimento dell’Isère – è far sì che i cittadini si ‘approprino’ del problema e, una volta coscienti dei rischi, modifichino di conseguenza i loro comportamenti”.
Il test sarà dunque effettuato a Grenoble, città che per via di una particolare situazione orografica, non di rado si ritrova esposta al rischio di ristagno di agenti inquinanti. Il coinvolgimento degli abitanti è d’altra parte una prerogativa dell’amministrazione comunale della città francese, guidata dall’ecologista Eric Piolle.
Lo dimostra la decisione di coinvolgere la popolazione, ogni anno, nella scelta di quali progetti finanziare con il budget a disposizione. Ma anche progetti come “La Belle Saison” (la bella stagione) che ha visto più di 300 abitanti mobilitati in una “Giornata d’azione per abbellire la città”, con l’obiettivo di ripulire aiuole, piantare fiori e curare i giardini pubblici.
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