Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
Antartide, un blocco di ghiaccio gigantesco rischia di collassare
Un enorme blocco di ghiaccio di 5mila chilometri quadrati, grande quasi quanto la Liguria, sta per staccarsi dalla penisola antartica. Quando avverrà, la piattaforma di ghiaccio Larsen C – una massa glaciale che si è creata con il deflusso dei ghiacciai e degli strati di ghiaccio dalla terraferma all’oceano – perderà più del 10 per cento
Un enorme blocco di ghiaccio di 5mila chilometri quadrati, grande quasi quanto la Liguria, sta per staccarsi dalla penisola antartica. Quando avverrà, la piattaforma di ghiaccio Larsen C – una massa glaciale che si è creata con il deflusso dei ghiacciai e degli strati di ghiaccio dalla terraferma all’oceano – perderà più del 10 per cento della sua estensione, cambiando le cartine geografiche della Terra, come le conosciamo ora.
Gli scienziati del progetto Midas, un progetto britannico di ricerca in Antartide con l’obiettivo di monitorare gli effetti dei cambiamenti climatici nell’area, ha rivelato che la frattura già presente nella piattaforma si è ingrandita improvvisamente nella seconda metà di dicembre. Oggi, solo 20 chilometri di ghiaccio permettono all’iceberg di rimanere ancora attaccato alla piattaforma e di non galleggiare liberamente nell’oceano antartico. Tuttavia, anche se la causa potrebbe essere legata al riscaldamento globale, gli scienziati affermano che per ora non ci sono le prove.
Stiamo andando verso la disintegrazione della piattaforma Larsen C?
I ricercatori hanno avvertito che la perdita di una simile quantità di ghiaccio potrebbe rendere più instabile la conformazione della piattaforma Larsen C. Alcune ricerche ed esperienze precedenti mostrano che, dopo il distacco, la piattaforma Larsen C potrebbe andare incontro allo stesso tragico destino delle piattaforme Larsen A, collassata nel 1995, e, ancora più importante, Larsen B che si è disintegrata nel 2002 dopo un episodio di frattura simile.
“Il distacco di questo enorme iceberg potrebbe essere il primo passo del collasso della piattaforma Larsen C che porterebbe un’area enorme di ghiaccio a disintegrarsi in numerosi iceberg e frammenti più piccoli”, ha affermato il glaciologo David Vaughan, direttore del British antarctic survey (Bas).
Anche se gli scienziati non sanno quando e a che velocità si disintegrerà la piattaforma, avvertono che la frattura renderà sicuramente la piattaforma meno stabile. “Nei prossimi mesi, o anni, ci dovremo aspettare più eventi di distacco, o addirittura collasso. È una cosa davvero difficile da prevedere e i nostri modelli mostrano che la piattaforma sarà meno stabile, ma non che collasserà immediatamente”, ha detto alla Bbc Adrian Luckman, professore a capo del progetto Midas.
Innalzamento del livello dei mari, un futuro incerto
Essendo parte della banchisa, la rottura dell’iceberg non causerebbe direttamente l’innalzamento del livello dei mari. Tuttavia, gli scienziati temono che una riduzione di questo calibro della banchisa potrebbe accelerare lo spostamento di ghiaccio dalla terraferma verso l’oceano. Se tutto il ghiaccio sostenuto dalla piattaforma Larsen C dovesse finire nell’oceano, infatti, il livello dei mari si alzerebbe di 10 centimetri.
A crack in Antarctica’s Larsen C Ice Shelf might create an iceberg as big as Delaware. https://t.co/oTGfu83DsS
— NASA Goddard (@NASAGoddard) December 9, 2016
Per fortuna, gli scienziati confermano che la possibilità che questo si verifichi in futuro è remota, per ora. Secondo uno studio condotto da Nature climate change, la piattaforma Larsen C trattiene il ghiaccio solo in modo passivo, quindi la rottura non influenzerebbe il deflusso del ghiaccio dalla terraferma all’oceano.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Pubblicate nella notte le nuove bozze di lavoro alla Cop29 di Baku, compresa quella sulla finanza climatica. Strada ancora in salita.
L’Antartide, anche noto come sesto continente, in alcuni punti si sta sciogliendo a una velocità superiore del 70 per cento rispetto al decennio scorso (1994-2003). Lo spessore delle coste ghiacciate del polo Sud è sempre più sottile e nel giro di due secoli potrebbe dimezzarsi. I dati sono presenti in una ricerca pubblicata
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
La nuova edizione del Climate change performance index constata pochi passi avanti, da troppi paesi, per abbandonare le fossili. Italia 43esima.
Uno studio della rete di esperti MedECC e dell’Unione per il Mediterraneo mostra quanto il bacino sia vulnerabile di fronte al riscaldamento globale.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
Per mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi ai loro impatti servono fondi. Alla Cop29 i Paesi sono molto distanti su quanto e chi debba pagare.
Il governo del Regno Unito ha scelto la Cop29 di Baku per annunciare il suo prossimo piano di riduzione delle emissioni di gas serra.