L’ultimo bilancio di sostenibilità di Gruppo CAP, Sorgente di connessioni, ricorda l’importanza di fare rete per rendere concreta la transizione ecologica.
Il 2 febbraio è la Giornata mondiale delle zone umide
L’obiettivo della giornata è di evidenziare l’importanza della tutela delle zone umide nel mondo come habitat fondamentali per la conservazione del patrimonio biologico della Terra.
Ultimo aggiornamento: 1 febbraio 2021
Le zone umide ospitano una straordinaria varietà di creature e sono fondamentali per la sussistenza umana, hanno inoltre un elevato valore in virtù della loro capacità di immagazzinare l’anidride carbonica, mitigando così gli effetti dei cambiamenti climatici, e di proteggere le coste.
Cosa è una zona umida
Per “zona umida” si intende, come suggerisce il nome, un ambiente caratterizzato dalla presenza contemporanea di terreno e acqua, sono aree “quali stagni, paludi, torbiere, bacini naturali e artificiali permanenti con acqua stagnante o corrente dolce, salmastra o salata, comprendendo aree marittime la cui profondità in condizioni di bassa marea non supera i sei metri”, si legge nella Convenzione internazionale di Ramsar.
Zone umide, un fragile scrigno di biodiversità
Le aree umide hanno dunque un elevato valore naturalistico e forniscono riparo e sostentamento a numerose specie, purtroppo questi ecosistemi sono estremamente fragili e sono tra i più minacciati a livello globale. Le minacce principali per le zone umide sono tutte di origine antropica: le sostanze inquinanti impiegate nell’agricoltura, gli scarichi industriali e civili, il massiccio sfruttamento delle risorse, il consumo di suolo e l’immissione di specie alloctone.
Le zone umide ci migliorano la vita
Oltre alla loro intrinseca e indiscutibile bellezza, le zone umide ci offrono numerosi servizi ecosistemici. Aiutano a mantenere il microclima e salvaguardano le coste dall’erosione, forniscono centinaia di litri di acqua ogni giorno, sono alla base del sistema di coltivazione del riso, che rappresenta l’alimento base per circa il 20 per cento della popolazione mondiale, e contribuiscono in maniera determinante all’economia, 660 milioni di persone dipendono infatti da pesca e acquacoltura. Il turismo sostenibile legato alle zone umide supporta infine 266 milioni di persone.
Un tesoro da salvare
Dal 1900 ad oggi il 65 per cento delle zone umide, considerate spesso come semplici aree incolte, è scomparso. Proprio per cercare di tutelare questo patrimonio comune, fatto di laghi, paludi, torbiere, foci dei fiumi, lagune e litorali con acque marine costiere, il 2 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle zone umide, istituita nel 2003 in occasione dell’Anno mondiale dell’Acqua indetto dalle Nazioni Unite.
Perché questa data
La data scelta corrisponde con la sottoscrizione della Convenzione di Ramsar, avvenuta il 2 febbraio 1971 nell’omonima città iraniana, che ha sancito la tutela, a livello mondiale, di questi habitat, siglata con l’obiettivo di favorire “la conservazione e l’uso corretto delle zone umide tramite l’azione nazionale e internazionale di cooperazione per raggiungere uno sviluppo sostenibile”.
Il tema del 2021
Quest’anno si parla del legame indissolubile fra le zone umide, l’acqua e la vita: tre elementi inseparabili.
Zone umide e città
Lo slogan dell’edizione del 2020 della giornata mondiale era Life thrives in wetlands – Wetland biodiversity matters. Evidenziava la straordinaria varietà biologica presente in questi ecosistemi, l’importanza che tale biodiversità ricopre per la nostra specie, e mirava a promuovere azioni per invertire la sua perdita.
25% of wetland species are threatened with extinction.
Conserve #wetlands to end #biodiversity loss.Tomorrow 2 February is #WorldWetlandsDay
RT to raise awareness – #WetlandBiodiversityMatters.https://t.co/k3BBRPLXb3 pic.twitter.com/a0BqtNImZi
— Wetlands Convention (@RamsarConv) February 1, 2020
Le zone umide in Italia
In Italia il Wwf si occupa della conservazione di questi peculiari ambienti e tutela molte aree umide che rappresentano buona parte delle oltre cento oasi dell’associazione. Nel nostro Paese le aree umide ricoprono attualmente una superficie di 82.331 ettari e il 40 per cento della biodiversità (e quasi il 50 per cento delle specie di uccelli) è legato a questi ambienti.
Alla scoperta delle aree umide con Legambiente
Nel 2020 Legambiente ha organizzato numerose iniziative per scoprire e apprezzare le zone umide: dalle escursioni guidate agli appostamenti per il birdwatching, dalle conferenze alle azioni di volontariato per ripristinare queste aree. Anche nel 2021 però il calendario è ricco di eventi online, per offrire agli appassionati di tutta la penisola la possibilità di approfondire la conoscenza di questi straordinari ambienti e dei loro abitanti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
A fine marzo, una manifestazione francese contro i mega bacini idrici si è trasformata in un campo di battaglia con le forze dell’ordine.
Siccità, alluvioni, inquinamento. La crisi climatica sta cambiando il nostro rapporto con l’acqua, sempre meno accessibile. Ecco 8 soluzioni innovative.
Alla fine del decennio, l’acqua dolce sul pianeta sarà insufficiente. Ed è solo colpa dell’uomo. A dirlo è la Commissione globale sull’economia dell’acqua.
È una provocazione ma è tutto vero: molte zone del paese sono a rischio per la siccità e Deserti d’Italia lo racconta grazie a foto stupendamente tragiche.
Nel capoluogo veneto la campagna per far conoscere la rete delle fontane pubbliche della città aiuta abitanti e turisti a rispettare di più l’ambiente.
Al World water forum di Dakar si è lavorato per garantire una “pace blu”, ovvero per la sicurezza e l’accesso all’acqua e ai servizi sanitari per tutti.
Il progetto Jadar mina la risorsa idrica del fiume serbo. Iskra Krstić non si arrende e continua a battersi in difesa dell’acqua e del suolo.
L’acqua scarseggia nel nord del Senegal. I suoi abitanti sperano di essere ascoltati al World water forum di Dakar, ma la strada è ancora lunga e tortuosa.