La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
Impact investing. Come guadagnare tutelando ambiente e diritti
Con l’impact investing si può guadagnare denaro in modo responsabile e mirato: scegliendo le imprese e i progetti ad impatto ambientale e sociale positivo.
Guadagnare denaro è l’obiettivo di ogni investitore. Per farlo, però, non è necessario scendere a compromessi sul piano etico. Al contrario, si possono centrare i propri obiettivi facendo del bene a sé stessi, all’ambiente e al prossimo. La finanza responsabile permette infatti di evitare di finanziare progetti o aziende le cui attività possono rappresentare una minaccia, ad esempio, per la conservazione di un habitat naturale o per i diritti dei lavoratori.
L’impact investing consente di sostenere i progetti e le aziende migliori
Ma c’è modo di fare di più: non limitandosi soltanto ad evitare ciò che è nocivo, ma puntando a sostenere ciò che è benefico. Si chiama “impact investing” e consiste nello scegliere i propri investimenti in funzione del loro impatto positivo da un punto di vista sociale ed ecologico. “Si tratta di un settore ancora di nicchia, ma che sta conoscendo un autentico boom”, ha spiegato il centro di ricerca del quotidiano francese Novethic, che ha pubblicato lo scorso 19 luglio uno studio con l’obiettivo di misurare il valore del segmento.
“L’impact investing”, une démarche plus que responsable : @LaTribune se penche sur l’étude de @Novethic https://t.co/s2kTJcDDht #RSE pic.twitter.com/RQXcg1MSWk
— MAIF (@MAIF) 21 luglio 2017
“Gli investimenti responsabili evolvono rapidamente – ha commentato Dominique Blanc, che ha coordinato l’analisi -. Siamo in una fase di transizione nella quale l’approccio dell’impact investing, che punta a premiare le imprese in grado di dimostrare l’impatto positivo delle loro attività, risulta in pieno sviluppo”. Il rapporto stima il valore di questo tipo di investimenti a 250 miliardi di dollari all’anno, a livello mondiale: ciò rappresenta solo una piccola parte del totale degli investimenti considerati responsabili, ma “solamente tra il 2014 ed il 2016 si è registrata una crescita impressionante, pari al 146 per cento. In particolare grazie allo sviluppo dei Green bond e dei Social bond (obbligazioni “verdi” o “sociali”, ndr)”.
Spinta fondamentale dagli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite
Secondo gli autori, sono due gli eventi che hanno concesso al segmento finanziario di avanzare in modo così rapido: “Il primo – spiega il rapporto – è l’adozione, nel settembre del 2015, degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Una decisione assunta da 193 stati membri dell’Onu: ciò ha permesso alle aziende e agli investitori di poter contare su punti di riferimento chiari in merito agli impatti sociali e ambientali delle loro transazioni. Il secondo è rappresentato dal lancio, effettuato nel gennaio scorso a Parigi, dei Principi per la finanza ad impatto positivo, voluti dal programma ambientale delle Nazioni Unite Unep. Già oggi hanno aderito una ventina tra banche e istituti finanziari”.
L’#impactinvesting séduit de plus en plus d’investisseurs mais doit encore se structurer, par @conce1 https://t.co/1jsKQHJa5e
— Novethic (@Novethic) 21 luglio 2017
In termini geografici, per ora la maggior parte delle transazioni di “impact investing” si concentra in Svezia e nei Paesi Bassi. Novethic cita nel suo studio gli esempi dei due più grandi fondi pensione olandesi, l’Abp e il Pfzw, che si sono impegnati ad investire in progetti di sviluppo sostenibile, rispettivamente, 58 e 20 miliardi di euro di qui al 2020.
Il nodo dei criteri per valutare gli investimenti a impatto positivo
Ma come fare per distinguere i “investimenti ad impatto positivo” da quelli che, magati, lo sono solo di facciata? La questione metodologica è ancora aperta e, inevitabilmente, possono essere presi in considerazione diversi criteri. Il rapporto cdi Novethic ita in ogni caso alcuni di essi, considerati in qualche modo “sicuri” per poter individuare i business virtuosi: tra gli altri, il calo dei rifiuti prodotti, il risparmio idrico generato, l’abbassamento delle emissioni di CO2 o ancora la quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili.
“Per far sì che l’impact investing sia credibile – ha sottolinea Harald Condé Piquer, autore dello studio – occorre che gli obiettivi siano chiari”. Purtroppo non è sempre così, “anche quando gli investimenti vengono presentati sulla carta come sostenibili”. Il consiglio a chi voglia investire in modo responsabile e mirato è dunque di informarsi, vigilare, leggere. Per poter scegliere in modo consapevole.
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