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Impact investing, 9 investitori su 10 ne sono soddisfatti
L’impact investing diventa sempre più affidabile e maturo. E banche, compagnie di assicurazione e fondi pensione lo promuovono all’unanimità.
L’impact investing, che rappresenta la frontiera più innovativa e per certi versi “coraggiosa” nella grande famiglia degli investimenti sostenibili, continua a crescere. In quantità e, soprattutto, in qualità. Parola degli investitori, che promuovono gli investimenti a impatto quasi all’unanimità. I dati arrivano dall’edizione 2017 della ricerca annuale condotta dal Global Impact Investing Network (Giin).
Come è stato realizzato lo studio sull’impact investing
Il report è stato scritto dal Global Impact Invest Network (Giin), con il supporto del governo britannico e della Fondazione MacArthur. Il Giin è un’organizzazione no profit che vuole supportare la crescita dell’impact investing nel mondo, pubblicando ricerche e contenuti educativi in modo tale da creare una rete tra tutti i soggetti interessati. Questo studio, giunto ormai alla sua settima edizione, si basa sulle interviste a 209 investitori attivi nel campo dell’impact investing. Non stiamo parlando di individui ma di fondi, banche, fondazioni, fondi pensione, compagnie assicurative e così via.
Where do investors allocate #impinv capital? GIIN Annual Survey shows diversity in sectors: https://t.co/vlHZSgFdi7 pic.twitter.com/jatwoH0yHK
— GIIN (@theGIIN) 19 maggio 2017
114 miliardi di dollari “a impatto”
Nel corso del 2016, le transazioni da parte degli intervistati sono state quasi 8 mila, per un valore di poco più di 22 miliardi di dollari. Per quest’anno ci si attende un altro aumento del 20 per cento del numero di transazioni e un +17 per cento di capitali investiti. Ad oggi, i portafogli “a impatto” gestiti dagli intervistati hanno raggiunto il valore di 114 miliardi di dollari.
La stragrande maggioranza di questi capitali è stata investita nei settori che coprono i bisogni primari delle persone: l’abitare, l’energia, la microfinanza e più in generale i servizi finanziari, il cibo e l’agricoltura, la salute. A un anno dalla loro introduzione, solo il 26 per cento degli intervistati ha adottato come quadro di riferimento gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (Sdgs). Ma un altro 34 per cento promette di farlo nel prossimo futuro.
La finanza responsabile è promossa all’unanimità
Ma è ancora più interessante andare a interpellare in prima persona gli investitori, per capire se sono soddisfatti della propria scelta. Nella categoria dell’impact investing, infatti, rientrano quegli investimenti che vogliono ottenere sia un ritorno finanziario sia un impatto sociale positivo, concreto e misurabile, sull’ambiente e sulla società. È un approccio nuovo e molto avanzato, che richiede un grande lavoro da parte di chi gestisce gli investimenti: innanzitutto bisogna selezionare i singoli progetti da finanziare, poi bisogna assicurarsi che siano realmente sostenibili e, dall’altro lato, che risultino appetibili e competitivi anche a livello puramente finanziario. Ma è proprio su questo versante che arrivano le notizie più incoraggianti: il 98 per cento degli intervistati dichiara che i propri investimenti hanno raggiunto o superato le aspettative in termini di impatto sociale e ambientale. Il 91 per cento dice lo stesso per quanto riguarda le performance finanziarie.
Un settore maturo
Questa generale soddisfazione è figlia dei grandi passi avanti che il settore dell’impact investing ha compiuto nell’ultimo anno. Dalle parole degli addetti ai lavori si scopre che ci sono sempre più professionisti qualificati, che emergono nuove opportunità di investimenti di alta qualità, che le tecniche di misurazione degli impatti sono sempre più sofisticate. Insomma, l’impact investing è sempre più maturo. Tanto da aver convinto anche alcuni big della finanza, tradizionalmente molto prudenti. Una grande iniezione di fiducia, che nei prossimi mesi porterà grossi capitali e renderà questo mercato sempre più professionale.
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