La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
La storia degli investimenti sostenibili e responsabili
Gli investimenti sostenibili e responsabili sono una moda? Tutt’altro: hanno una storia secolare e negli ultimi anni hanno fatto enormi passi avanti.
Finanza non significa solo speculazione, grandi capitali e profitto a tutti i costi. Esiste un mondo, quello degli investimenti sostenibili e responsabili (noti con l’acronimo inglese Sri, che sta per Sustainable and responsible investment), fatto di investitori che non si accontentano di ottenere un ritorno finanziario, ma vogliono essere certi di non contribuire – più o meno direttamente – ai cambiamenti climatici e alle ingiustizie sociali.
I primi passi nella religione, dal Corano ai protestanti
Non si tratta certo di una moda recente, ma di un’attenzione che affonda le sue radici a secoli e secoli fa. Le prime riflessioni emergono in ambito religioso: da un lato ci sono le leggi ebraiche che vietano di trattare iniquamente i dipendenti e di essere scorretti negli acquisti e nelle vendite, dall’altro c’è il Corano che prevede di devolvere in carità parte dei propri beni e vieta il prestito a interesse, la speculazione e il sostegno economico ad attività immorali o peccaminose (ḥarām).
Nel Seicento, prima in Inghilterra e poi nel Nord America, i quaccheri si battono strenuamente contro la schiavitù, autoescludendosi da quello che all’epoca era un business fiorente. Mentre John Wesley, fondatore del metodismo, vieta di impiegare il proprio denaro per attività che “danneggiano la salute del corpo o della mente”.
L’attivismo politico non risparmia il portafogli
Facciamo un salto in avanti nel tempo. Siamo al 13 febbraio 1928, a Boston, negli Stati Uniti, quando nasce ufficialmente il Pioneer fund che, cavalcando l’onda del proibizionismo, è il primo in assoluto a tagliare fuori dal raggio dei suoi investimenti il gioco d’azzardo, il tabacco e l’alcool.
Sempre gli Stati Uniti, negli anni Sessanta, sono teatro dei primi movimenti femministi e studenteschi e della mobilitazione contro la guerra del Vietnam. Movimenti che si diffondono a macchia d’olio in tutto il mondo e iniziano a fare domande scomode anche ai big dell’economia e della finanza, per capire come e dove investano il loro denaro. È grazie a questa crescente consapevolezza che si arriva a fenomeni globali come il boicottaggio del Sudafrica dell’apartheid, negli anni Ottanta.
Investimenti sostenibili e responsabili: a che punto siamo
Proprio negli anni Ottanta si inizia a parlare apertamente di investimenti sostenibili e responsabili anche in Europa, con la nascita dello Stewardship Fund dell’inglese Friends Provident, legato al movimento dei quaccheri.
E al giorno d’oggi? La Global sustainable investment alliance stima in 21.400 miliardi di dollari gli asset gestiti “eticamente” nel 2014 in Europa, Stati Uniti, Canada, Giappone, Australia e parte del continente africano con un aumento del 61 per cento in soli due anni.
Foto in apertura © Bettmann / Getty Images
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