Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
Il sorprendente istinto paterno del pesce pagliaccio
Un nuovo studio ha rivelato le sofisticate cure parentali del maschio di pesce pagliaccio che si prende cura anche di uova che non gli appartengono.
Spesso tendiamo a considerare i pesci come creature fredde, prive di sentimenti, per questo ci risulta difficile proiettare su di loro emozioni e comportamenti umani. Eppure la scienza, seppur in tempi recenti, ha iniziato ha rivalutare l’intelligenza e i comportamenti sociali di questi animali, l’ultima scoperta riguarda il pesce pagliaccio (Amphiprion ocellaris).
Un papà amorevole
Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università dell’Illinois, pubblicato sulla rivista Hormones and Beahvior, i maschi di pesce pagliaccio sarebbero caratterizzati da un forte istinto paterno. Le cure parentali di questa specie, ovvero quell’insieme di comportamenti che i genitori intraprendono per promuovere la crescita della prole, sarebbero così forti che se a un maschio senza prole venissero affidate delle uova con cui non ha alcuna relazione, questo le curerebbe e proteggerebbe come se fossero sue, liberandole dai funghi, rimuovendo i detriti e irrorandole con acqua ricca di ossigeno. “Tutti gli altri pesci invece le mangerebbero”, hanno spiegato gli autori dello studio.
L’ormone dell’amore
Questo comportamento è piuttosto insolito nei pesci e secondo gli scienziati, sarebbe regolato da una particolare molecola, chiamata isotocina. Questa molecola è molto simile a quella dell’ossitocina, noto anche come l’ormone dell’amore. L’ossitocina è la molecola che muove le contrazioni al parto e rafforza il legame fra la mamma e il neonato, ma è anche l’ormone dell’innamoramento e dell’affettività. Allo stesso modo l’isotocina “crea” un legame tra il maschio di pesce pagliaccio e le uova, spingendolo a prendersene cura. La conferma dell’importante ruolo di questa molecola è stata fornita agli scienziati da un esperimento che ha rivelato che, “bloccando” l’isotocina, l’animale smetteva di occuparsi delle uova. “Questo studio mostra innanzitutto che, indipendentemente dalla specie o dal genere dei genitori, generalmente sembra che l’ossitocina sia collegata ad alti livelli di cure parentali”, ha dichiarato Justin Rhode, professore dell’Università dell’Illinois e co-autore dello studio.
Come Nemo
Lo studio ha inevitabilmente ricordato il cartone animato Alla ricerca di Nemo della Disney Pixar. Il film narra la disperata ricerca da parte di Marlin di suo figlio Nemo, catturato da un subacqueo. Proprio come nella fiction, anche la realtà ha dimostrato l’istinto paterno di questi variopinti pesci. Le cure parentali da parte dei genitori maschi sono poco frequenti nei vertebrati, i padri dei mammiferi tendono di solito ad essere indifferenti alla sopravvivenza della loro progenie. Secondo i ricercatori i maschi di pesce pagliaccio sarebbero ottimi padri perché condividono con la compagna e i piccoli un habitat circoscritto, ovvero gli anemoni velenosi che offrono riparo a questi pesci.
Quando eravamo pesci
“I vertebrati si sono evoluti oltre 400 milioni di anni fa e 300 milioni di anni fa sono stati pesci – ha detto il dottor Rhodes. – Le cure paternali hanno origini molto profonde e antiche e i meccanismi molecolari o la genetica che le guidano sono probabilmente simili in tutte le specie. Penso che possiamo imparare molto dai nostri antenati pesci”.
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