La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Il Wwf ha annunciato che il numero globale di tigri è passato dai 3.200 esemplari del 2010 agli attuali 3.890. Merito della conservazione e di politiche più lungimiranti.
Poco più di un secolo fa erano oltre 100mila le tigri che, silenziose e regali, cacciavano nelle foreste e nelle giungle del pianeta. Nel giro di pochi anni però le popolazioni di questo grande felino sono crollate del 95 per cento a causa del bracconaggio dilagante e della perdita di habitat. Oggi però, dopo l’inarrestabile declino, il numero di tigri è tornato ad aumentare per la prima volta dopo più di cento anni.
Lo ha annunciato il Wwf, certificando l’efficacia del progetto Tx2, ovvero raddoppiare il numero delle tigri selvatiche entro il 2022, lanciato nel 2010. Secondo i dati diffusi dall’organizzazione ambientalista e dal Global Tiger Forum, in vista di un summit in programma a New Delhi il 12 aprile, sarebbero 3.890 le tigri presenti in natura, un numero esiguo, è vero (ne vivono più esemplari in cattività negli Stati Uniti che liberi in tutto il pianeta), ma rassicurante se si considera che nel 2010 ce n’erano appena 3.200. “Siamo positivamente sorpresi dai numeri che confermano quanto pensavamo stesse accadendo grazie agli sforzi di conservazione”, ha dichiarato Ginette Hemley, vice presidente senior per la conservazione della biodiversità del Wwf.
La crescita delle tigri, secondo gli esperti, sarebbe dovuta innanzitutto all’intensificarsi degli sforzi di conservazione, in particolare in India (il paese che ospita il maggior numero di tigri al mondo e nel quale sono aumentate da 1.706 esemplari a 2.226 nel corso degli ultimi cinque anni), Russia, Nepal e Bhutan.
L’India ha inoltre cercato di mitigare i conflitti tra uomini e tigri, offrendo risarcimenti agli abitanti dei villaggi che abbiano subito danni dalle tigri. Il paese ha anche compreso che ospitare un animale tanto carismatico e ammirato non può che essere un vantaggio, decidendo quindi di investire nel turismo sostenibile.
Entusiasta dei risultati finora ottenuti Marco Lambertini, direttore generale del Wwf. “L’aumento delle tigri ci dà grande speranza e ci mostra che possiamo salvare le specie e i loro habitat quando i governi, le comunità locali e i responsabili della conservazione lavorano insieme”.
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