L’ultimo bilancio di sostenibilità di Gruppo CAP, Sorgente di connessioni, ricorda l’importanza di fare rete per rendere concreta la transizione ecologica.
L’acqua è una risorsa (anche) economica. Un confronto tra esperti, imprese e ong
L’acqua è una risorsa che ha molteplici impatti sulla nostra vita: dagli equilibri naturali del pianeta, al benessere e alla salute, all’economia.
Qual è la risorsa più importante per produrre la carta? Pensateci bene. La risposta non è né la cellulosa, né gli alberi. È l’acqua. Per produrre carta se ne usa moltissima. E allora se un’azienda che fa carta pensa di fare qualcosa per limitarne l’uso, e magari per farla arrivare a chi ne ha più bisogno, tanto meglio.
Quell’azienda ha sede a Porcari, in provincia di Lucca, e si chiama Sofidel. Un nome poco conosciuto al grande pubblico, a differenza del suo prodotto più famoso: i Rotoloni Regina. Il Gruppo Sofidel è tra i leader mondiali nella produzione di carta per uso igienico e domestico. Con oltre un milione di tonnellate di carta prodotte nel 2016, è la seconda azienda europea del settore e la sesta al mondo.
In occasione della giornata mondiale dell’acqua, lo scorso 22 marzo, Sofidel ha organizzato l’incontro Fattore acqua: igiene, ambiente, etica, economia, volto a indagare il ruolo primario che l’acqua riveste in ciascuno di questi ambiti. In quest’occasione è stata presentata la nuova partnership triennale con WaterAid, associazione non governativa britannica che dal 1981 ad oggi ha portato acqua potabile a 25 milioni di persone e servizi igienici a 24 milioni di persone in 37 paesi nel mondo. Ancora oggi, infatti, il problema acqua riguarda oltre 2,3 miliardi di persone in tutto il mondo e 663 milioni di persone non hanno accesso a fonti di acqua pulita. Circa 350mila bambini muoiono ogni anno per problemi legati alle condizioni igieniche.
It’s #WorldWaterDay – but 663 MILLION people worldwide still don’t have access to clean water. That’s not right. Please RT if you agree. pic.twitter.com/Bcgn3YrxPW
— WaterAid Internat’l (@wateraid) 22 marzo 2017
Dopo aver brevemente delineato la strategia di sostenibilità Sofidel (che si esplica, in campo ambientale, in rigorose politiche di contrasto al cambiamento climatico, approvvigionamento responsabile della materia prima e riduzione del consumo idrico), Luigi Lazzareschi, amministratore delegato del Gruppo, ha dichiarato: “Noi non pensiamo di salvare il mondo e di eliminare tutti i problemi; però vogliamo certamente offrire il nostro contributo migliorando le nostre performance, sensibilizzando gli altri e aiutando WaterAid a raggiungere i suoi obiettivi”. “La strategia di crescita sostenibile di Sofidel è infatti in piena sintonia con i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite” ha aggiunto l’ad. “Concretamente ciò per noi significa agire in primo luogo per limitare l’impronta ecologica dei nostri processi e dei nostri prodotti impegnandoci quindi anche in una gestione responsabile dell’acqua, a partire dai nostri stabilimenti. La partnership siglata oggi con WaterAid integra e amplia questo impegno, e rappresenta un altro modo per assumere – consapevoli dell’importanza che questa risorsa ha anche in termini di salute, benessere e igiene – un ruolo di responsabilità su un tema di interesse globale”. Durante l’incontro è stato presentato il bilancio integrato della società (ai consueti stato patrimoniale e conto economico si affianca infatti il bilancio di responsabilità socio-ambientale) mentre WaterAid ha presentato la mostra fotografica Water is Life, dedicata ai progetti su acqua e igiene avviati in India, Nicaragua, Madagascar e Burkina Faso.
#WaterIsLife è la mostra di @wateraid sui progetti su acqua e igiene in India, Nicaragua, Madagascar e Burkina Faso alla @FondFeltrinelli pic.twitter.com/Ptz4gePO9F
— LifeGate (@lifegate) 22 marzo 2017
Italia fortunata per le molte acque profonde, ma rischio inquinamento in Toscana, Lazio e Lombardia
A seguire c’è stata un tavola rotonda tra alcuni esperti. È intervenuta per prima Laura Achene, prima ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha innanzitutto ricordato come in generale l’Italia sia in una situazione fortunata per la qualità dell’acqua, visto che all’85 per cento è servita da acque profonde (più pure) e solo al 15 per cento da acque di superficie (a maggior rischio di contaminazione, soprattutto chimica). Tra le regioni che hanno poche acque profonde vi è la Toscana, in cui una parte rilevante del territorio dipende dall’Arno. L’esperta ha ricordato come in Italia ci siano tantissimi controlli sulla qualità dell’acqua, a diversi livelli, con molti parametri che stabiliscono i valori massimi molto cautelativi di eventuali inquinanti, per tutelare la salute pubblica. Quindi la nostra acqua è sicura. Anche se – aggiunge Laura Achene – alcune regioni soffrono di problemi locali, come la presenza naturale di arsenico in molte zone del Lazio, o di nitrati derivanti dagli allevamenti nelle acque della Lombardia.
L’acqua è una risorsa non scarsa…
Antonio Massarutto è professore associato di Economia Applicata all’Università degli Studi di Udine. Nel suo intervento mette in discussione alcuni luoghi comuni sull’acqua, a partire da quella che sia scarsa. Per Massarutto l’acqua non è scarsa, lo è l’acqua a basso costo. “L’acqua dolce è disponibile in miliardi di metri cubi, l’umanità ne usa milioni, vi è un fattore 1000 di differenza. Anche dissalare l’acqua del mare non sarebbe così costoso, 50 centesimi al metro cubo (ovvero mille litri)”.
“Il problema non è il troppo consumo, il problema è l’acqua accessibile a un costo ragionevole, sia per chi la usa con uno scopo economico (come gli agricoltori), sia per chi la usa per bere. Le foto appese in questa stanza (quelle della mostra Water is Life di WaterAid, ndr) non sono di gente che ha poca acqua perché lì non ce n’è, sono di gente che è troppo povera per trivellare un pozzo o costruire collettivamente un acquedotto”.
…ma pesante e vulnerabile
“Quindi l’acqua è una risorsa non scarsa. Caso mai è altre due cose. Innanzitutto è pesante: un metro cubo d’acqua pesa una tonnellata, spostarlo richiede energia, tecnologia, investimenti, lavoro. Tutta roba che va pagata. E poi è vulnerabile. Perché le persone muoiono di malattie legate all’acqua? Perché la contaminano, per assenza di infrastrutture igieniche, e poi se la bevono”.
L’acqua è una risorsa (anche) economica, ed è sbagliato dimenticarlo
Prosegue Massarutto: “Per noi è sopportabile pagare poche centinaia di euro all’anno per la bolletta dell’acqua. Per una famiglia indiana è impossibile. Insomma, non è l’acqua ad essere scarsa, ma il denaro”. Secondo Massaru tto se l’acqua è un bene prezioso, chi se ne prende cura deve essere pagato, devono essere pagati gli investimenti necessari a renderla disponibile e sicura. Ma se la fiscalità generale (il gettito fiscale di tutti i cittadini) ha fallito nel coprire questi costi, allora bisognerà ricorrere alle tariffe, che remunerano chi l’acqua la deve gestire. Il prof. Massarutto chiude il suo intervento con quella che suona quasi come una provocazione, parlando di campi da golf: “Si dice che l’acqua che serve per irrigarli sarebbe meglio utilizzarla per coltivare i campi; ma prendete il prezzo di una pannocchia, e pensate che può essere coltivata ovunque nel mondo, e mettetelo a confronto con l’indotto turistico potenzialmente generato dalla presenza di un campo da golf. I miei colleghi spagnoli dicono che ‘irrigar los turistas vale más que irrigar los campos’. Sarà meno simpatico, ma genera più valore per la collettività”.
La conclusione del suo intervento è che “L’acqua è una risorsa non soltanto economica – come noi economisti a volte tendiamo un po’ troppo riduttivamente a pensare – però non va nemmeno dimenticato che l’acqua è una risorsa anche conomica, e che i problemi della governance dell’acqua discendono soprattutto da ragioni economiche”.
Cambiamento climatico e acqua
Alessandra Goria, economista dell’ambiente e docente di economia politica, ha parlato dell’effetto del cambiamento climatico sull’acqua, e di conseguenza sull’umanità; dello scioglimento dei ghiacci e del conseguente innalzamento degli oceani, con le popolazioni di alcune isole del Pacifico a rischio sommersione; dei problemi di siccità e desertificazione, con impatti devastanti sull’agricoltura dei paesi più poveri, e dei conseguenti profughi climatici, stimati dall’Onu tra i 200 e i 250 milioni nel 2050.
La studiosa ha poi ricordato come la concentrazione di CO2 in atmosfera sia passata da 280 parti per milione dell’era preindustriale alle oltre 400 attuali. E ha illustrato i dati sul riscaldamento globale durante questo secolo, e le previsioni sui possibili scenari futuri. Una delle conseguenze di questo riscaldamento – per restare in un ambito strettamente economico – potrebbe essere anche una riduzione notevole nella produzione di energia idro-elettrica (che in Italia contribuisce molto alla bolletta energetica nazionale).
Gli obiettivi di Autogrill
L’ultimo a intervenire è stato Silvio De Girolamo di Autogrill, che ha riconosciuto come, a differenza di quanto accade sul tema del cambiamento climatico, le imprese non siano ancora sottoposte a una forte pressione dell’opinione pubblica sul tema della gestione della risorsa acqua. In questo senso gli obiettivi di Autogrill sono tre: efficienza, formazione e investimenti. De Girolamo ha infine presentato il caso dell’Autogrill Villoresi Est (sulla Milano-Laghi), particolarmente innovativo ed ecosostenibile, con impianto geotermico e riciclo dell’acqua piovana.
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