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In Sri Lanka, un progetto di microcredito concesso alle donne pescatrici ha l’obiettivo di tutelare e ingrandire le foreste di mangrovie.
Le donne pescatrici del villaggio di Ambantotam, in Sri Lanka, hanno iniziato a vedere il mare e le grandi foreste di mangrovie con occhi diversi, ad amarle e a tutelarle. Grazie a loro, un intero ecosistema si sta riformando e rafforzando. È successo grazie a un progetto di microcredito finanziato da Sudeesa, una organizzazione nazionale che dal 1997 lavora per proteggere gli ecosistemi costieri.
Il piano consiste nel dare un prestito – in questo caso una cifra compresa tra 50 e 2.000 dollari – a ciascuna donna con l’obiettivo di sviluppare una pesca sostenibile nel pieno rispetto delle foreste di mangrovie, che le pescatrici contribuiranno a tutelare.
L’iniziativa ha permesso a queste donne di comprendere l’importanza delle foreste di mangrovie per l’ecosistema costiero, per la vita stessa degli abitanti dell’isola e per l’economia delle comunità locali. “Adesso noi ne siamo consapevoli e grazie a noi, lo sono anche i nostri mariti e le nostre comunità” ha detto Michel Priyadarshani, a capo del gruppo delle pescatrici.
La fase pilota, che ha compreso circa 2.000 prestiti, è andata così bene che il tasso di restituzione del prestito finora erogato è stato del 96 per cento. Dato il successo, il progetto sarà presto replicato in tutto lo Sri Lanka grazie all’associazione ambientalista statunitense Seacology, che metterà a disposizione fondi per 3,4 milioni di dollari.
Le foreste di mangrovie
Trent’anni fa, le coste dell’isola erano ricoperte da 40.000 ettari di mangrovie, mentre oggi gli ettari sono solo 9.000: la colpa è stata del disboscamento intensivo attuato per lasciare spazio agli allevamenti di gamberetti. La distruzione di queste foreste non solo è dannosa per l’habitat dei pesci, ma comporta anche la perdita dell’unico “scudo” che le popolazioni costiere hanno per difendersi dalle inondazioni.
Il cambio di rotta dello Sri Lanka nei confronti di queste foreste è dovuto al nuovo presidente Maithripala Sirisena che attraverso il Forest ordinance act ha reso illegale lo sfruttamento commerciale dell’area.
Il piano nazionale di microcredito, che si unisce ad altri progetti di protezione dell’ambiente attivi in Sri Lanka, prevede non solo la tutela degli ettari rimasti, ma anche l’iniziale ripiantumazione di circa 3,8 ettari di mangrovie.
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