Al mare ne trovava talmente tanta da decidere di farne un museo, degli orrori. L’idea di una guida naturalistica. Lo scopo? Riflettere sulle nostre colpe.
Let’s clean up Europe, per un continente libero dai rifiuti
Let’s Clean Up Europe è una manifestazione europea per sensibilizzare contro l’abbandono dei rifiuti
Dopo il successo delle prime tre edizioni, torna Let’s clean up europe (Lcue), la campagna europea contro il littering e l’abbandono dei rifiuti. Originariamente voluta dall’ex commissario europeo per l’ambiente Janez Potočnik, la campagna si basa su una call to action volta a stimolare il senso di appartenenza e la cittadinanza attiva nei vari paesi europei: chiunque può infatti proporre ed organizzare, nel proprio territorio nazionale, azioni di raccolta e pulizia straordinaria.
Quest’anno, la campagna europea prende le vesti di una pulizia di primavera: sarà infatti possibile realizzare azioni di pulizia sotto la bandiera di Lcue dal 1 marzo al 30 giugno 2017. Le date centrali promosse per l’iniziativa rimangono tuttavia quelle dal 12 al 14 maggio 2017, per coerenza con la tradizione che vuole il momento culmine della campagna ruotare intorno al giorno dell’Europa – il 9 maggio. Per aderire, dal 15 febbraio 2017 sarà sufficiente compilare on-line il modulo di partecipazione. Possono aderire istituzioni ed enti locali, associazioni di volontariato, scuole, gruppi di cittadini, imprese e ogni altra tipologia di enti. Gli organizzatori metteranno a disposizione il link a cui poter scaricare il materiale da pubblicare inerente la manifestazione e chiederanno ai partecipanti di inviare immagini o video dei volontari in azione anche attraverso i social network (Let’s clean up Europe è su Twitter e Facebook, hashtag #cleanupeurope). La scadenza delle iscrizioni è il 30 aprile 2017.
Di chi è la responsabilità della pulizia del territorio?
L’abbandono dei rifiuti, conosciuto come il fenomeno del littering, rappresenta un grave problema che ha ripercussioni sotto molteplici profili, da quelli relativi ai costi di pulizia straordinaria e di prevenzione da mettere in campo per contrastarlo, a quelli inerenti la salute pubblica e la sicurezza alimentare. Basti pensare che oltre il 70 per cento dei rifiuti che finiscono in mare è riconducibile a rifiuti abbandonati nell’entroterra. Al di là delle discussioni sulle responsabilità del littering (per alcuni la responsabilità è dei cittadini che gettano, volontariamente o inconsciamente i rifiuti a terra; per altri è delle amministrazioni comunali che non appaltano il servizio a ditte di raccolta sufficientemente efficienti o che non allocano le giuste risorse all’espletamento di questo servizio; per altri ancora è delle ditte stesse incaricate della raccolta; per altri anche sull’abbandono dei rifiuti si dovrebbe parlare di responsabilità estesa del produttore), la responsabilità delle soluzioni da ricercare per combatterlo è sicuramente di tutti. Se il nostro territorio è un bene comune, lo è anche la sua cura.
I risultati italiani
L’Italia è uno dei paesi europei che aderiscono all’iniziativa, grazie al coordinamento del Ministero dell’Ambiente e al comitato promotore italiano che organizza la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti da ormai 9 anni e di cui fanno parte lo stesso ministero dell’ambiente, Utilitalia, città metropolitana di Roma capitale, città metropolitana di Torino, Anci, Legambiente, Aica (Associazione internazionale per la comunicazione ambientale) che si occupa della segreteria organizzativa in Italia e l’Unesco come invitato permanente.
L’anno scorso in Italia sono state organizzate 383 azioni in totale, per un totale di circa 10mila partecipanti e 193 tonnellate di rifiuti raccolti. Il risultato del 2016 indica un trend di partecipazione in crescita, ma la sfida è di continuare a coinvolgere un numero sempre maggiore di cittadini, non solo per ottenere il risultato puntuale di aumentare la quantità di rifiuti raccolti, ma anche e soprattutto per sensibilizzare un numero crescente di persone a pensarci due volte prima di gettare un rifiuto a terra.
Per informazioni: [email protected]
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