
In Italia il 35 per cento di padri aventi diritto preferisce non usufruire del congedo di paternità, sottolineano Inps e Save the Children.
Il Parlamento europeo ha deciso di eliminare i fondi destinati agli allevamenti di tori per la corrida.
Purghe e droghe, colpi sui reni con sacchi di sabbia, limatura delle corna per amplificarne la sensibilità al dolore, trementina sulle zampe, vasellina negli occhi e sulle mucose del naso, spilli infilzati nei testicoli.
Queste sono solo alcune delle torture cui vengono sottoposti i tori prima di entrare nell’arena per partecipare a quello che viene definito uno “spettacolo folkloristico e di interesse culturale”, la corrida.
Fino ad oggi queste torture, inflitte ad animali erbivori dall’indole gentile e mansueta, venivano finanziate con i contributi dei cittadini europei. Ogni anno infatti la Comunità Europea, nell’ambito delle politiche agricole, stanziava ben 129,6 milioni di euro per finanziare gli allevamenti di tori da corrida in Spagna, Francia e Portogallo.
Mercoledì 28 ottobre, finalmente, è arrivata la svolta. Con 438 voti a favore e 199 contrari, il Parlamento europeo ha approvato un emendamento che cancella i sussidi per gli allevatori di tori da combattimento.
La decisione è arrivata dopo anni di proteste, nel 2013 l’associazione Animalisti Italiani Onlus aveva presentato una campagna contro le corride e lo spreco di denaro pubblico europeo, evidenziando come fondi che dovrebbero andare al sostegno dell’agricoltura, contribuiscono alla tortura ed uccisione di almeno 40mila tori l’anno.
Lo scorso anno un simile emendamento era stato bocciato a causa della mancanza del quorum necessario, i 58 parlamentari astenuti hanno permesso l’approvazione dei finanziamenti. Nonostante l’interruzione dei finanziamenti lo stato spagnolo continua a rivendicare il valore culturale tradizionale della corrida. È dunque probabile che sopperirà alla mancanza dei fondi europei con propri stanziamenti.
I numeri però indicano l’inesorabile declino di questa barbarie, il 72 per cento degli spagnoli sarebbe infatti favorevole all’abolizione delle corride, “spettacoli” che si reggono ormai esclusivamente sui turisti.
La strada è ancora lunga, escluse le corride sono numerose e radicate le sagre in tutta Europa che prevedono lo sfruttamento di varie specie animali, ma il cambiamento è in atto e un giorno non avremo più bisogno di infliggere dolore e morte per divertirci.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
In Italia il 35 per cento di padri aventi diritto preferisce non usufruire del congedo di paternità, sottolineano Inps e Save the Children.
Un elenco delle parole che l’amministrazione Trump sta scoraggiando o cancellando da siti e documenti delle agenzie federali, legate al clima e ai diritti.
L’inclusione costruita attraverso lo sci e le discipline alpine. Questo l’obiettivo del progetto SciAbile promosso da Bmw Italia e dalla scuola di sci di Sauze d’Oulx.
No other land ha vinto l’Oscar come miglior documentario. Un film, doloroso ma necessario, che racconta la forza della resistenza palestinese.
Condannato nel 1977 per l’uccisione di due agenti, Leonard Peltier – ritenuto da molti un prigioniero politico – finirà di scontare la sua pena ai domiciliari.
In un Volvo Studio ampliato e rinnovato torna un programma culturale che esplora l’interazione creativa tra arte, musica e innovazione, riflettendo l’approccio olistico del marchio alla sostenibilità e alla valorizzazione della persona.
Mentre in molte aree del pianeta si acuiscono i conflitti, l’Italia relega la cooperazione allo sviluppo, un pilastro della politica internazionale, a una “comparsa” senza soldi.
Il 27 novembre aprono le candidature per la seconda edizione di Women in Action, il programma di LifeGate Way dedicato all’imprenditoria femminile.
Nel 2023 sono state uccise 85mila donne nel mondo: nel 60 per cento dei casi, il colpevole era il partner o un membro della famiglia.