Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
Madagascar, scoperte 11 nuove specie di camaleonte
Grazie allo studio del DNA si è scoperto che il variopinto camaleonte pantera si divide in undici specie geograficamente separate.
Il Madagascar è forse il più affascinante e variegato scrigno di biodiversità del pianeta. Questa grande isola, separatasi dall’Africa circa 165 milioni di anni fa, ospita una fauna e una flora uniche, circa il 90 per cento delle specie sono infatti endemiche.
Qui vivono tutti i lemuri esistenti al mondo, enormi baobab e la metà di tutte le specie di camaleonte conosciute. Si va dal minuscolo Brookesia micra, lungo meno di tre centimetri, al più noto e variopinto camaleonte pantera (Furcifer pardalis). Proprio questo rettile, uno dei più amati e studiati del Madagascar, è protagonista di una nuova sorprendente scoperta.
Questa specie sarebbe composta in realtà da ben undici diverse specie che occupano specifiche nicchie geografiche, è quanto emerso da uno studio condotto da un team di ricercatori guidato da Michel Milinkovitch, professore di genetica, evoluzione e biofisica dell’Università di Ginevra.
La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Molecular Ecology, aveva in realtà l’obiettivo di carpire il segreto dello straordinario mutamento cromatico della pelle del camaleonte pantera (proprio uno studio condotto da Milinkovitch rivela che il mimetismo sarebbe dovuto ad uno strato di cellule cutanee chiamate iridofori, ma questa è un’altra storia).
I ricercatori hanno dunque prelevato campioni di sangue da 324 esemplari, catturati in diverse aree dell’isola, in seguito il DNA dei rettili è stato analizzato e sequenziato in laboratorio, per cercare una relazione tra il colore dominante dell’animale e il suo habitat. I risultati hanno invece sorprendentemente rivelato la presenza non di una singola specie, ma di undici.
Secondo gli scienziati il colore dominante di un camaleonte pantera può aiutare a determinare la sua appartenenza geografica, proprio questa netta ripartizione di areali permetterebbe di considerare le diverse popolazioni come specie a sé. L’analisi del DNA ha inoltre evidenziato un livello di ibridazione molto basso tra le popolazioni appartenenti ad aree geografiche diverse.
Ci troviamo probabilmente di fronte ad un fenomeno che gli zoologi definiscono speciazione, ovvero il processo di formazione di nuove specie a partire da una di origine. Le cause possono essere diverse, una è l’isolamento geografico che impedisce lo scambio genetico tra le popolazioni.
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