Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
I migranti che sfidano il gelo di Belgrado per paura di essere espulsi
Migliaia di migranti costretti a sfidare il freddo glaciale che sta colpendo l’Europa. A Belgrado ci si aspetta negli hangar o sui marciapiedi.
L’ondata di freddo glaciale che sta colpendo in questi giorni numerose regioni dell’Europa centrale e soprattutto orientale ha provocato già decine di morti. In pochi giorni, infatti, le vittime sono state un centinaio, in particolare in Polonia, dove le temperature sono scese fino a 29 gradi sotto lo zero. Ma anche nella Repubblica Ceca e in Macedonia si è dovuto mettere mano alla triste contabilità di chi ha perso la vita a causa del freddo. E tra chi è costretto a vivere in tende di fortuna, scaldandosi come può, ci sono anche le migliaia di migranti che affollano i confini orientali dell’Unione europea.
Due corpi ritrovati in una foresta in Bulgaria
In Bulgaria il disagio si è già trasformato in tragedia: i corpi di due migranti non regolari, di origine irachena, sono stati ritrovati congelati in una foresta non lontano dal confine con la Turchia. Si erano incamminati, evidentemente, a piedi nel tentativo di abbandonare la nazione euro-asiatica per raggiungere il cuore dell’Ue. Avventurarsi in queste condizioni meteorologiche, d’altra parte, rappresenta un rischio enorme. Basti pensare che nelle aree montagnose dei Balcani la colonnina di mercurio è scesa fino a -27 gradi centigradi, in particolare in Bosnia e nel sud-est della Serbia. Proprio dove, ancora oggi, stazionano migliaia di migranti in campi profughi o di fortuna.
Per questo l’associazione Human Rights Watch ha lanciato un allarme, accusando le autorità serbe di aver abbandonato i profughi: “Il governo impedisce di fatto alle ong di portare aiuto ai migranti – ha denunciato Lydia Gall, secondo quanto riferito dall’emittente francese Rfi -. Medici senza frontiere ha proposto di installare dei campi speciali per poter affrontare l’inverno, ma da Belgrado non è arrivata alcuna risposta. È solo una questione di tempo e le persone cominceranno a morire”.
Molti migranti sfidano il gelo per paura delle espulsioni
Almeno duemila migranti, ha riferito una corrispondente della radio transalpina, si sono rifugiati in alcuni hangar abbandonati non lontano da una stazione ferroviaria della capitale della Serbia. Tra di loro ci sono anche alcuni adolescenti minorenni, e durante la notte la temperatura scende anche di 16 gradi sotto lo zero. Per questo Msf è intervenuta distribuendo coperte e installando generatori di calore per mantenere la temperatura almeno attorno allo zero. Chi sopravvive, intanto, non può lavarsi, perché l’acqua che sgorga dall’unico rubinetto è ghiacciata. La ong registra ogni giorno decine di casi di infezioni della pelle e teme l’insorgere di epidemie, viste le condizioni sanitarie estremamente precarie.
Ciò nonostante, pochi tra i migranti presenti in Serbia – per lo più afgani, siriani e iracheni – accettano di entrare nei tredici centri predisposti dal governo per l’accoglienza. Alcuni di loro, infatti, sono in cammino ormai da due anni, e la loro più grande paura non è la neve, ma l’idea di essere accompagnati dalla polizia al di là dei confini orientali. Meglio, piuttosto, gli hangar e i marciapiedi di Belgrado.
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