Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Le accuse contro le ong che salvano i migranti in mare, tra ipotesi e smentite
Carmelo Zuccaro, pm di Catania, dice che le ong non operano sempre nella legalità e favoriscono gli scafisti, ma Medici senza frontiere e la Marina militare smentiscono.
Un mese fa il pubblico ministero della procura di Catania Carmelo Zuccaro puntava il dito per la prima volta sulle organizzazioni non governative (ong) che operano nelle missioni di salvataggio di migranti del mar Mediterraneo. Basandosi sui dati dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), Zuccaro ipotizzava la presenza di relazioni tra alcune ong operanti con proprie navi tra l’Italia e la Libia e le organizzazioni criminali che si arricchiscono con la tratta di esseri umani.
Oggi la vicenda è ancora apertissima e si è trasformata in un vero e proprio caso politico che rischia di minare la credibilità del terzo settore, sebbene al momento solo una di quelle operanti nel Mediterraneo sia coinvolta in una inchiesta aperta non dalla procura di Catania, bensì da quella di Trapani.
Di cosa sono accusate le ong?
Il pm Zuccaro, convocato in parlamento dalla commissione Difesa, ha ribadito a distanza di un mese: “In alcuni casi sono state varcate le acque territoriali libiche, sono dati certi che ho e che vengono da Frontex, dalla Guardia costiera, dalla Marina militare”. In sostanza, le navi delle ong che di solito operano vicino al limite delle acque territoriali della Libia, a volte le superano: certamente per motivi umanitari, spiega Zuccaro, ma comunque “comunicando la propria posizione agli scafisti e creando delle linee di transito che possono configurarsi come favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.
Ma anche quando le navi delle ong rimangono in acque territoriali, secondo il pm il fatto di navigare in acque così avanzate rispetto a quelle battute dalle navi della Forza navale mediterranea dell’Unione europea (Eunavfor Med) finirebbe di fatto per favorire gli scafisti e aumentare l’immigrazione: mentre prima le navi di Eunavfor Med, l’operazione europea di soccorso riuscivano a identificare le navi madre e i capi scafisti “ora i trafficanti possono utilizzare barche peggiori, mettendo alla guida alcuni degli stessi immigrati per garantirsi l’impunità: scafisti occasionali che la procura non può nemmeno perseguire, se non per favoreggiamento”.
Secondo Zuccaro, che propone di adottare le intercettazioni telefoniche, telematiche e satellitari per il controllo aereo delle navi delle ong, “il numero di persone morte in mare da quando le navi sono di peggiore qualità sono certamente aumentate, non in percentuale ma in maniera assoluta”.
#PrimoMaggio per chi in mare anche oggi salva vite. Incurante di chi cerca effimera fama sulla pelle di chi fa e di chi soffre. pic.twitter.com/nv90LrRiie
— Roberto Saviano (@robertosaviano) 1 maggio 2017
Il terzo sospetto è quello più grave: veri e propri legami con le organizzazioni criminali. “Un filone investigativo che ritengo interessante è quello rivolto alla ricerca e individuazione delle fonti di finanziamento delle ong di più recente costituzione – dice davanti ai senatori, in una audizione che in diversi passaggi è stata secretata – che dimostrano di operare con ingenti risorse. Poter comprendere chi finanzia queste organizzazioni ci potrebbe dare indicazioni molto utili. Senza contare la presenza in alcune ong di personaggi non del tutto ascrivibili al mondo della filantropia”, un riferimento che fa pensare al multimiliardario George Soros, finanziatore indiretto di Moas, ong maltese giudicate da Frontex tra le più opache.
Le accuse smentite, dalle ong e non solo
#Rispetto per chi soccorre#Rispetto per chi soffre#Rispetto per chi muore
Nessun rispetto per chi infanga pic.twitter.com/w9oJvvK2wU— UNICEF Italia (@UNICEF_Italia) 28 aprile 2017
Nonostante queste ipotesi, nessuna inchiesta è stata aperta a tal proposito dalla procura di Catania (lo stesso Zuccaro ammette che “le indagini sono in stallo, a un punto morto”), mentre quella di Trapani ne avrebbe aperta una, su una ong non italiana.
L’intero mondo del non profit inizia a subire un forte contraccolpo in termini di credibilità e anche di raccolta fondi. Il responsabile advocacy di Medici senza frontiere Marco Bertotto, sempre in Senato, ha parlato prima di Zuccaro definendo le sue accuse un “attacco strumentale al mondo delle ong, è indegno chiamarci taxi. La verità sono i dodici morti al giorno nel Mediterraneo, le navi delle organizzazioni non governative soccorrono il 30 per cento dei naufraghi senza avere alcun tipo di contatto con gli scafisti”.
Le parole di Zuccaro vengono smentite da più parti: secondo il comandante in capo della squadra navale della Marina militare, l’ammiraglio Donato Marzano, le operazioni delle ong nel Mediterraneo “non hanno mai costituito intralcio alle nostre operazioni“.
Il pm di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, afferma che non risultano “collegamenti obliqui o inquinanti tra ong o parti di esse con i trafficanti di migranti” e perfino il presidente del Comitato per la sicurezza della Repubblica (Copasir), Giacomo Stucchi della Lega Nord, ha smentito categoricamente il suo segretario Matteo Salvini che aveva parlato dell’esistenza di un dossier dei servizi segreti sui rapporti tra trafficanti, scafisti e associazionismo: “Non esiste nessun dossier in merito”, assicura il Copasir.
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