Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Operatrice tv ungherese licenziata per sgambetto e calci a profughi in fuga
Petra László è l’operatrice televisiva ungherese licenziata dall’emittente locale N1TV per aver fatto inciampare un uomo, un profugo in fuga, con in braccio un bambino. Centinaia di rifugiati stavano cercando di scappare dalla polizia nei pressi del villaggio ungherese di Rőszke, vicino al confine con la Serbia, dopo essere rimasti rinchiusi in un centro
Petra László è l’operatrice televisiva ungherese licenziata dall’emittente locale N1TV per aver fatto inciampare un uomo, un profugo in fuga, con in braccio un bambino.
Centinaia di rifugiati stavano cercando di scappare dalla polizia nei pressi del villaggio ungherese di Rőszke, vicino al confine con la Serbia, dopo essere rimasti rinchiusi in un centro d’accoglienza in Ungheria per giorni. László stava filmando lo spostamento dei profughi quando è stata ripresa dall’inviato tedesco Stephan Richter mentre fa lo sgambetto a un uomo che corre tenendo in braccio un bambino. L’uomo cade rovinosamente sul bambino, urlando a causa dello sgomento. Successivamente si vede l’operatrice che tira calci alle persone, tra cui una bambina.
Il video ha fatto il giro del mondo, costringendo N1TV a licenziare László. L’8 settembre l’emittente ha annunciato sul proprio profilo Facebook:
“Una collega di N1TV oggi si è comportata in maniera inaccettabile al centro di accoglienza di Rőszke. Il contratto di lavoro dell’operatrice è stato reciso con effetto immediato da oggi. Consideriamo chiusa la vicenda.”
L’emittente è vicina a Jobbik, un partito ungherese di estrema destra noto per i suoi sentimenti antisemiti e contro i rom. La diffusione delle immagini ha scaturito una campagna sui social media per condannare il comportamento dell’operatrice, tra cui la pagina Facebook Petra Laszlo Shame Wall.
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán è sotto pressione, incalzato dai leader di altri paesi europei affinché l’Ungheria migliori il modo in cui tratta migliaia di rifugiati, soprattutto siriani, che vogliono attraversare il paese per raggiungere il resto del continente. Più di 150mila profughi sono arrivati in Ungheria dall’inizio del 2015. La risposta del governo è stata la costruzione di una recinzione alta quattro metri e lunga circa 175 chilometri sul confine con la Serbia. Inoltre ha incrementato le sanzioni contro l’immigrazione illegale, bloccando il passaggio di migliaia di rifugiati ad altri paesi europei.
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