Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Il Prosecco Doc mette al bando glifosato, mancozeb e folpet, tre degli erbicidi e fungicidi più dannosi per le coltivazioni. Il consorzio Prosecco Doc di Treviso infatti ha deciso di eliminarli del tutto a partire dalla campagna viticola 2018 con un provvedimento senza precedenti che dall’anno prossimo diventerà obbligatorio per tutti i produttori che vogliano
Il Prosecco Doc mette al bando glifosato, mancozeb e folpet, tre degli erbicidi e fungicidi più dannosi per le coltivazioni. Il consorzio Prosecco Doc di Treviso infatti ha deciso di eliminarli del tutto a partire dalla campagna viticola 2018 con un provvedimento senza precedenti che dall’anno prossimo diventerà obbligatorio per tutti i produttori che vogliano vedersi garantita la possibilità di produrre Prosecco Doc. “Abbiamo piantato il primo chiodo e da qui non si torna indietro, ma la vetta è ambiziosa, il percorso verso la sostenibilità totale è lungo, dobbiamo pianificare bene le mosse successive” ha detto il presidente del consorzio, Stefano Zanette.
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Per l’anno in corso l’indicazione, contenuta in un vademecum comprendente le linee guida di produzione che sarà presentato al prossimo Vinitaly, sarà semplicemente una raccomandazione facoltativa. “L’anno che abbiamo davanti – spiega Zanette – è il tempo necessario a consentirci di adottare, con ampio coinvolgimento della filiera, le soluzioni più idonee al raggiungimento di un obiettivo ancor più ambizioso: una certificazione di sostenibilità per l’intera Denominazione. Questa è una scelta che potremmo definire di responsabilità sociale”. Il consorzio si è impegnato ad assicurare alle aziende produttrici tutto il supporto necessario per affrontare al meglio un passaggio che è giudicato tanto delicato quanto ormai irreversibile e che, ha concluso Zanette, “non ha nulla a che vedere con le valutazioni scientifiche, di competenza d’altri enti. La scienza c’è invece stata di conforto nell’assicurare che, anche senza queste sostanze, è possibile fare una viticoltura di qualità”.
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