
Quante imprese hanno i mezzi per far fronte a un danno all’ambiente? A dare una risposta è la rilevazione di Pool Ambiente su dati Ania.
Dopo anni di analisi e di ricerche, finalmente è stato quantificato il peso dell’isola di plastica che galleggia nelle acque dell‘Oceano Pacifico, fra il sudest del Giappone e il nordovest delle Hawaii: si tratta di 21.290 tonnellate, una quantità di spazzatura che può essere eguagliata solamente da 132 Boeing 747 oppure di 120 balene blu.
Dopo anni di analisi e di ricerche, finalmente è stato quantificato il peso dell’isola di plastica che galleggia nelle acque dell‘Oceano Pacifico, fra il sudest del Giappone e il nordovest delle Hawaii: si tratta di 21.290 tonnellate, una quantità di spazzatura che può essere eguagliata solamente da 132 Boeing 747 oppure di 120 balene blu.
Il calcolo della enorme massa di rifiuti del Pacific Trash Vortex, questo è il nome datole dagli scienziati, è stato svolto dalla SEA Education Association, che ha sede nel Massachusetts. La ricerca, che ha coinvolto finora 1.700 studenti, è stata pubblicata sulla rivista Environmental Science and Technology.
I rifiuti plastici presentano un duplice problema: non solo mettono a rischio pesci ed altri animali marini, che li possono ingerire involontariamente, ma inquinano anche le acque. La plastica, infatti, ha la caratteristica di assorbire le sostanze chimiche tossiche e di rilasciarle nel mare. Senza contare i danni che possono subire le navi di passaggio nella zona.
Il trasporto marittimo ha solo una piccola parte di “colpa”: la plastica che proviene dai container delle navi rappresenta infatti appena il 20 per cento circa del totale. La maggior parte della spazzatura marina proviene da terra, dai tombini delle nostre città e dai fiumi che passano accanto alle discariche.
L’Agenzia statunitense per gli oceani e l’atmosfera ha tentato di dare una conferma scientifica al Pacific Trash Vortex, e sul suo sito ufficiale scrive: “Ci sono molti punti con spazzatura galleggiante, e con questo, intendiamo dire che i rifiuti si a vari gradi in numerose parti del Pacifico e del resto del mare.
Nel corso degli ultimi 50 anni, gli esseri umani hanno contaminato l’oceano con diverse sostanze, modificandolo radicalmente e provocando danni alla flora e alla fauna. Questo studio è solo un primo passo per comprendere l’effetto di questo inquinamento.
Le nuove stime, che secondo altri scienziati, come gli ecologi dell’Univesità spagnola di Cadice, sarebbero eccessive perché basate troppo sulla mappatura visiva dei rifiuti, indicano la presenza di circa 5.250 miliardi di detriti di plastica, del peso complessivo di circa 269 mila tonnellate. Quasi il 75 per cento di quel peso sarebbe dovuto a oggetti di grandi dimensioni, come boe, secchi e altri attrezzi per la pesca.
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