Tre milioni di euro in avorio, corni di rinoceronte e squame di pangolini sono stati sequestrati negli Stati Uniti e nella Rdc grazie all’analisi del dna degli elefanti.
Satao, il più grande elefante africano ucciso per l’avorio
Satao aveva 50 anni ed era uno dei più vecchi e grandi elefanti africani che vivevano nel parco nazionale di Tsavo, nel Kenya settentrionale. Aveva grandi zanne bianche, talmente grandi che arrivavano fino a terra. Proprio per le sue zanne un gruppo di bracconieri lo ha ucciso nei giorni scorsi usando frecce avvelenate. Da
Satao aveva 50 anni ed era uno dei più vecchi e grandi elefanti africani che vivevano nel parco nazionale di Tsavo, nel Kenya settentrionale. Aveva grandi zanne bianche, talmente grandi che arrivavano fino a terra.
Proprio per le sue zanne un gruppo di bracconieri lo ha ucciso nei giorni scorsi usando frecce avvelenate. Da anni, era seguito e inseguito. Alla fine, nonostante gli sforzi per proteggerlo, è stato trovato e abbattuto grazie a segnali gps e smartphone.
La brutta notizia è stata data dal Kenya wildlife service, l’ente che si occupa della gestione dei parchi del paese, insieme all’organizzazione Tsavo trust che cerca di proteggere la fauna selvatica del continente. Le due realtà avevano unito le forze per seguire gli spostamenti del pachiderma, sia attraverso il personale (ranger e volontari) del parco che con immagini aeree.
L’elefante è stato ucciso il 30 maggio, ma la conferma che si trattasse proprio di Satao è arrivata solo venerdì 13 giugno attraverso una nota sul sito di Trust: “È con enorme rammarico che confermiamo che non ci sono dubbi che Satao sia morto, ucciso da un bracconiere per l’avorio. Riposa in pace vecchio amico, ci mancherai”.
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