Cooperazione internazionale

Sbarchi dei migranti in calo nel 2016, ma l’Italia non è pronta ad affrontare l’estate

Gli sbarchi dei migranti in Italia nei primi cinque mesi del 2016 non sono aumentati rispetto allo stesso periodo, anzi: finora sono stati il 13 per cento in meno. Il periodo più caldo per gli sbarchi, però, rimane l’estate, ormai alle porte, che moltiplicherà gli arrivi. E il nostro Paese potrebbe non essere attrezzato adeguatamente: nel

Gli sbarchi dei migranti in Italia nei primi cinque mesi del 2016 non sono aumentati rispetto allo stesso periodo, anzi: finora sono stati il 13 per cento in meno. Il periodo più caldo per gli sbarchi, però, rimane l’estate, ormai alle porte, che moltiplicherà gli arrivi. E il nostro Paese potrebbe non essere attrezzato adeguatamente: nel primo trimestre sono state oltre 111mila le persone ospitate nei vari centri, diecimila in più rispetto al 2015, tra domande di asilo pendenti con tempi lunghi e qualche difficoltà con coloro che rifiutano di farsi identificare. Una situazione che rischia di far andare di nuovo in sofferenza l’Italia che tuttora conta su appena 4 hotspot (le strutture di primo approdo volute dall’Unione europea) di cui uno, quello di Pozzallo, in provincia di Ragusa, già allo stremo. E la colpa è anche del mancato successo del piano di riallocazione che era stato varato dalla Ue, e che finora ha riguardato solo 600 migranti.

 

Una donna con il proprio bimbo a Lampedusa © Tullio M. Puglia/Getty Images
Una donna con il proprio bimbo a Lampedusa. Gli sbarchi dei migranti sono in calo nel 2016 © Tullio M. Puglia/Getty Images

Migranti, l’Italia deve trovare nuove soluzioni per accoglierli

A mettere in guardia sui rischi è Mario Morcone, capo del dipartimento per l’Immigrazione del Viminale. “L’hotspot di Pozzallo è troppo piccolo, se arriva una nave da 400 persone siamo in grosse difficoltà. Per cui stiamo lavorando a uno spazio esterno, con una capacità e un tipo di accoglienza più qualificato”. Con i centri di identificazione ed espulsione non va meglio perché “ci sono tantissime buone pratiche ma anche punti di opacità, cerchiamo di vigilare”.

 


Come intervenire? In diversi modi, tutti tendenti a snellire le procedure: intanto riaprendo il bando Sprar, il fiore all’occhiello dell’accoglienza italiana, per ulteriori 5mila posti subito e soprattutto “evitando ogni volta il ricorso alla gara e alla costituzione di una commissione ad hoc, che penalizzano i lavori in maniera imbarazzante: pensiamo piuttosto a un albo delle buone pratiche, dove inserire i progetti presentati a ciclo continuo, per essere sempre pronti”. E anche per le domande d’asilo, bisogna far prima: “La decisione finale deve rimanere collegiale, ma l’intervista deve essere svolta in maniera individuale da giovani formati allo scopo”.

 

L’accordo tra il Viminale e il Coni

Intanto sono pronte due iniziative immediate: il 13 maggio verrà siglato un accordo tra il Viminale e il Coni (Comitato olimpico nazionale italiano), che metterà a disposizione i propri centri in tutta Italia per permettere ai migranti minori non accompagnati di fare sport. Il 18 invece, aggiunge Morcone, verrà siglata una Carta della buona accoglienza con le cooperative, con una serie di indicazioni specifiche su come deve essere realizzata l’accoglienza con una serie di impegni a cui chiederemo di aderire: l’obiettivo finale è una selezione più trasparente delle cooperative, “marginalizzando le opacità che resteranno sempre presenti in un mondo che conta 4200 strutture in tutta Italia”.

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