La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Dalla cooperazione tra Sea Shepherd Italia e la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, è nata la campagna Jairo-Mediterraneo, per il monitoraggio e la tutela dei nidi delle tartarughe.
Tutte e sette le specie di tartaruga marina esistenti al mondo sono a rischio estinzione, fortemente minacciate dall’impatto antropico. Le tartarughe vengono uccise o mutilate dalle imbarcazioni e muoiono intrappolate o soffocate dai rifiuti di plastica scambiati per meduse e inghiottiti, ma tra le cause principali del loro declino ci sono le cosiddette catture accessorie. Eufemismo che indica quelle creature marine catturate per sbaglio, anche se, come ci ricorda Jonathan Safran Foer, “non è davvero per sbaglio perché le prede accessorie sono parte costitutiva dei metodi di pesca contemporanei che generano catture abnormi con quantità di prede accessorie abnormi”. Ogni anno, secondo le stime del Wwf, circa 150mila tartarughe marine vengono catturate dagli attrezzi da pesca nel Mediterraneo, di queste oltre 40mila muoiono.
Le tartarughe marine che nuotano nelle acque italiane e che nidificano sulle spiagge del Cilento, in Campania, sono ora un po’ più al sicuro. A vegliare su di loro c’è infatti Sea Shepherd, l’organizzazione per la conservazione della biodiversità marina fondata dal capitano Paul Watson. Sea Shepherd Italia, con la collaborazione della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, uno dei più importanti enti di ricerca nel campo della biologia marina, ha lanciato la campagna Jairo-Mediterraneo, nata proprio per salvaguardare queste antiche creature.
L’organizzazione ambientalista e l’istituto scientifico collaboreranno unendo le rispettive competenze per il monitoraggio e la difesa dei nidi delle tartarughe marine sulle spiagge del Cilento. I litorali partenopei saranno sorvegliati per due mesi dai volontari di Sea Shepherd Italia, nel periodo di massima probabilità di nidificazione, fase molto delicata per le tartarughe che rischia di essere compromessa dal disturbo del turismo nelle aree di riproduzione.
L’iniziativa ha l’obiettivo di individuare tutti i tentativi di nidificazione nelle coste del Cilento nelle quali, nel corso degli ultimi anni, è stato registrato un esponenziale aumento dei nidi (da un nido ogni 2/3 anni si è giunti a registrare dieci nidi in una sola stagione). I dati raccolti dai volontari saranno poi riferiti alla Stazione zoologica Anton Dohrn, la quale invierà sul posto i propri specialisti per mettere in atto tutte le misure necessarie per lo studio e la protezione del sito. Questo procedimento è particolarmente importante perché, se non adeguatamente protette, le uova rischiano di essere distrutte dai turisti i quali possono provocare una mortalità anche superiore al 60 per cento.
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