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La sostenibilità è un’opportunità, non un sacrificio. Anche nella finanza
Bisogna sfatare un mito: scegliere la strada della sostenibilità non significa fare rinunce. Questo è vero nel campo dell’alimentazione, dell’energia, della mobilità e anche degli investimenti responsabili. Lo dimostrano i dati che ha presentato Davide Pelusi, AD di Morningstar Italia, a Palazzo Mezzanotte, in occasione del lancio del fondo Investimenti Sostenibili LifeGate. Quanto sono diffusi
Bisogna sfatare un mito: scegliere la strada della sostenibilità non significa fare rinunce. Questo è vero nel campo dell’alimentazione, dell’energia, della mobilità e anche degli investimenti responsabili. Lo dimostrano i dati che ha presentato Davide Pelusi, AD di Morningstar Italia, a Palazzo Mezzanotte, in occasione del lancio del fondo Investimenti Sostenibili LifeGate.
Quanto sono diffusi gli investimenti responsabili
Secondo i dati diffusi a novembre dalla società specializzata Vigeo Eiris, in Europa continuano ad aumentare gli asset gestiti dai fondi retail sostenibili, che – dai 135 miliardi di euro del 2015 – quest’anno sono arrivati a toccare i 158 miliardi. In altre parole, ormai rappresentano il 2 per cento del totale del mercato dei fondi retail. Nel frattempo si assiste a un consolidamento del numero di fondi, che nell’ultimo anno passa da 1204 a 1138. A fare la parte del leone sono Francia e Paesi Bassi, mentre nel Regno Unito si assiste a una leggera flessione. In Italia i fondi responsabili sono 17.
Come funziona il rating di sostenibiltà di Morningstar
Morningstar, la più celebre e autorevole società al mondo che fornisce ricerche finanziarie indipendenti, non poteva non accorgersi di quest’attenzione sempre più diffusa nei confronti degli investimenti responsabili. Così, a marzo di quest’anno, ha deciso di lanciare il suo rating di sostenibilità. Come funziona? Morningstar, che possiede dati aggiornati su circa 500.000 strumenti finanziari diversi, ha anche l’elenco dei singoli titoli all’interno del portafoglio di investimenti di ciascun fondo. Sustainalytics, una società che si occupa di ricerca sui temi ESG (ambiente, società e governance), dà un punteggio da 0 a 100 alle politiche di sostenibilità delle aziende o istituzioni e un altro punteggio da 1 a 5 alla gravità delle controversie che le hanno coinvolte. Morningstar fa una media di tutti questi dati, ponderandola a seconda del settore di appartenenza delle società interessate e del “peso” di quei titoli all’interno del portafogli. Così, arriva a dare un voto (espresso in globi) alla sostenibilità del fondo nel suo complesso.
Performance e sostenibilità vanno a braccetto
Ma la domanda che si pone qualsiasi risparmiatore è sempre la stessa: scegliere gli investimenti responsabili significa rassegnarsi a ottenere rendimenti più bassi? La risposta è no, stando a un recente studio di Morningstar che fa un sunto delle evidenze ricavate da una lunga serie di articoli accademici. Studi che nell’ultimo decennio hanno preso in esame più e più tipologie di fondi sostenibili, arrivando a una conclusione netta: i rendimenti sono in linea rispetto agli investimenti convenzionali. Per di più, negli ultimi quindici anni l’indice MSCI KLD 400, che comprende società con elevati standard di sostenibilità, ha sistematicamente superato il paniere delle cinquecento aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione (indice S&P 500).
Quindici anni di dati promuovono gli investimenti responsabili
Morningstar ha fatto anche un passo in più rispetto alle ricerche accademiche già esistenti. In questo caso, il punto di partenza è il rating Morningstar, che è una scala di misurazione del rendimento corretto per il rischio e i costi sostenuti da ogni fondo: si va da un minimo di una stella a un massimo di cinque stelle. Sulla base dei dati su migliaia di fondi di investimento dal 2002 al 2016, gli analisti hanno paragonato quelli classificati come sostenibili con l’intero universo. Ancora una volta, hanno dimostrato che i due gruppi hanno performance simili.
Se si va ulteriormente nello specifico, si può cercare di capire se ci siano differenze tra le varie strategie degli investimenti responsabili. Da un lato, si possono escludere dall’universo degli investimenti i settori meno etici, come tabacco, pornografia, armi e gioco d’azzardo. Dall’altro lato, si possono integrare esplicitamente le considerazioni ambientali, sociali e di governance nella scelta dei titoli su cui investire. I dati sembrano suggerire che il secondo approccio garantisca performance migliori rispetto al primo. In altri termini, i risultati premiano i fondi più coraggiosi e innovativi.
Foto: John Cumming / Getty Images
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