Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
Sulle tracce dei ghiacciai, la spedizione in Patagonia entra nel vivo
È entrata nel vivo la quarta spedizione del progetto Sulle tracce dei ghiacciai nella Terra del fuoco e nelle Ande della Patagonia. Da un’idea di Fabiano Ventura, l’obiettivo della spedizione è documentare come il riscaldamento globale stia cambiando la morfologia delle montagne più importanti del mondo.
Nel corso della prima settimana, dall’11 al 18 febbraio, Ventura e il suo team, sulle tracce dell’esploratore e sacerdote salesiano Alberto Maria De Agostini, incontrano Carolina Vidal, responsabile dell’archivio fotografico del Museo Maggiorino Borgatello. Qui Ventura verifica il metodo di archiviazione di De Agostini e scopre nuove fotografie che aggiungono preziose informazioni al lavoro di comparazione fotografica volto a capire quali siano gli effetti del riscaldamento globale sulle catene montuose più importanti del mondo. In questo caso sulla Terra dei fuochi e le Ande della Patagonia.
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Il 21 febbraio il team fa il suo ingresso nel parco nazionale delle Torri del Paine, in Cile, dove dovrebbe trovarsi il luogo esatto dove De Agostini ha scattato la sua famosa fotografia del ghiacciaio. Proprio lì dove ora, al suo posto, si trova una valle con un grande lago. “Sono convinto che il confronto fra l’immagine storica e quella moderna sarà di grande impatto”, ha scritto Ventura nel suo diario di viaggio.
Dopo un periodo di condizioni meteo davvero aspre, con raffiche di vento superiori a 120 chilometri orari, Ventura riesce ad arrivare sotto la vetta del monte Paine. È qui che inizia la vera ricerca del punto esatto dove è stata realizzata la foto. Molto probabilmente: dalla vetta. Il luogo dello scatto è lì, ma “le nuvole che arrivano dall’oceano si fanno sempre più minacciose” e Ventura decide di scendere “prima che il tempo peggiori ulteriormente”.
La mattina del 24 febbraio il tempo migliora anche se sulle Torri del Paine sono presenti ancora molte nuvole. In Patagonia l’assenza di vento è quasi un miracolo. Con la foto storica in mano Ventura inizia a scrutare le creste per individuare esattamente il luogo da dove De Agostini aveva scattato la sua fotografia e si rende conto che aveva scelto una posizione riparata dal vento vicino ad una roccia sulla cresta sommitale poco al di sotto della vetta.
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Posizionato il cavalletto per saldarlo bene a terra ed evitare così che il vento porti via tutto, inizia la lunga procedura per eseguire lo scatto con la stessa inquadratura storica. Le condizioni sono veramente estreme e il lavoro quasi impossibile. Il momento dello scatto è emozionante, ma sulle cime di una montagna sulla sinistra dell’inquadratura ci sono le nuvole. Di lì a breve il tempo peggiora e inizia a nevicare. Ventura è costretto a smontare tutto e iniziare la discesa.
Nei giorni successivi il team raggiunge nuovamente i luoghi fotografici e dove riesce a scattare altre fotografie che consente a Ventura di terminare il lavoro nel parco nazionale delle Torri del Paine. Prossimo obiettivo: parco nazionale Los Glaciares, in Argentina, dove ad attendere il gruppo ci sarà il lavoro più importante di tutta la spedizione…
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