“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trasformare un rifiuto in qualcosa di meraviglioso”. L’intervista a Matteo Longo, direttore generale di Bioforcetech.
Svezia, chi ripara invece di comprare paga meno tasse
Ridurre le tasse ai cittadini che riparano oggetti ed elettrodomestici piuttosto che acquistarne di nuovi, è la proposta del ministero delle Finanze svedese. Un incentivo per ridurre l’uso delle risorse e le emissioni di CO2. Iva dimezzata L’imposta sul valore aggiunto (Iva) potrebbe essere ridotta dal 25 per cento al 12 per cento per tutte le
Ridurre le tasse ai cittadini che riparano oggetti ed elettrodomestici piuttosto che acquistarne di nuovi, è la proposta del ministero delle Finanze svedese. Un incentivo per ridurre l’uso delle risorse e le emissioni di CO2.
Iva dimezzata
L’imposta sul valore aggiunto (Iva) potrebbe essere ridotta dal 25 per cento al 12 per cento per tutte le riparazioni di bici, scarpe, tessuti, secondo il piano presentato a settembre e che dovrà entrare nel bilancio del governo per l’anno 2017. Mentre saranno previste delle deduzioni fiscali per chi ripara gli elettrodomestici. L’iniziativa permetterebbe un risparmio di circa il 10 per cento sulle riparazioni.
“Crediamo che questo possa abbassare notevolmente i costi e rendere più razionale la scelta di riparare la merce”, ha dichiarato Per Bolund, ministro svedese delle Finanze. Nel 2015 sono stati recuperati almeno 58mila tonnellate di frigoriferi, congelatori e altri apparecchi, secondo i dati forniti dal governo di Stoccolma. Dato che equivale a circa sei chilogrammi per abitante. Con i nuovi incentivi si vuole quindi tentare di ridurre le quantità di elettrodomestici che finiscono in discarica.
Premiare chi ripara, è la base dell’economia circolare
La Svezia sembra aver accolto in pieno il pacchetto europeo sull’economia circolare. “Nei sistemi circolari i prodotti mantengono il loro valore aggiunto il più a lungo possibile e non ci sono rifiuti. Quando un prodotto raggiunge la fine del ciclo di vita, le risorse restano all’interno del sistema economico, in modo da poter essere riutilizzate più volte a fini produttivi e creare così nuovo valore”, recita un estratto della comunicazione europea.
#GrowthWithin demonstrated that #circulareconomy is a clear economic opportunity for Europe. https://t.co/vKJPCmMXVt pic.twitter.com/Fk3UKE8K23
— Ellen MacArthur Fdn. (@circulareconomy) 30 settembre 2016
Riduzione dei rifiuti, uso razionale delle risorse, zero (o quasi) rifiuti in discarica. Ed è probabilmente il settore tecnologico quello con i margini di miglioramento maggiori. “Il settore hi-tech assorbe una quota consistente nella produzione globale di metalli per oltre 7 milioni di tonnellate consumate ogni anno con un valore economico superiore a 77 miliardi di dollari”, secondo la Ellen MacArthur foundation.
“Credo che si stia vedendo un cambiamento in Svezia, in questo momento”, ha concluso Blund. “Vi è una maggiore conoscenza del fatto che abbiamo bisogno di far durare le nostre cose più a lungo, al fine di ridurre il consumo di materiali”. L’economia circolare in Europa offre un’opportunità di riduzione netta dei costi annuali dei materiali tra i 340 e i 380 miliardi di dollari. Una cifra che rappresenta tra il 3 e il 3,9 per cento del pil di Bruxelles, nel 2010.
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