Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Tre siti italiani inseriti nella lista delle Riserve della biosfera Unesco
Grazie all’inserimento del Delta del Po, delle Alpi Ledrensi e Judicaria e dell’Appennino Tosco-Emiliano diventano tredici le Riserve della biosfera dell’Unesco in Italia.
La ricchissima avifauna del Delta del Po, l’austera imponenza delle Alpi Ledrensi e Judicaria, in Trentino, e le pratiche agricole tradizionali e produzioni tipiche come il Parmigiano Reggiano dell’Appennino Tosco-Emiliano. Queste tre aree naturalistiche, giudicate uniche al mondo, sono state inserite nella lista delle Riserve della biosfera dell’Unesco.
Il Programma Mab (Man and the biosphere) dell’Unesco è nato nel 1971 con l’obiettivo di valorizzare le aree protette nelle quali l’attività umana è presente. Lo scopo è quello di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità, le riserve Unesco sono dunque caratterizzate da una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi.
Le aree protette vengono gestite nell’ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile, nel pieno coinvolgimento delle comunità locali. L’ufficialità delle nuove nomine è arrivata dopo l’incontro di Parigi, svoltosi il 9 giugno, dove si è riunito il comitato internazionale del programma Mab dell’Unesco.
Salgono così a tredici i siti italiani inseriti in questa prestigiosa lista mondiale, gli altri sono la Valle del Ticino (Lombardia/Piemonte), il Monviso (Piemonte), Miramare (Friuli Venezia Giulia), Selva Pisana (Toscana), l’Arcipelago Toscano (Toscana), il Circeo (Lazio), Collemeluccio-Montedimezzo (Molise), Cilento e Vallo di Diano (Campania), Somma-Vesuvio e Miglio d’Oro (Campania) e il Parco Nazionale della Sila (Calabria).
“È la prima volta che l’Italia riesce ad iscrivere tre siti tutti insieme – ha sottolineato il curatore dei dossier, Pier Luigi Petrillo. – In tutti questi tre casi l’Unesco ha evidenziato come sia possibile assicurare lo sviluppo economico di un territorio nel rispetto dell’ambiente e del suo ecosistema, puntando su pratiche agricole tradizionali”.
Il riconoscimento dell’Unesco ci ricorda una volta di più la straordinaria eterogenea bellezza del nostro Paese, culla di biodiversità e di tradizioni, nel quale uomo e natura possono ancora vivere fianco a fianco.
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