Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
Tre siti italiani inseriti nella lista delle Riserve della biosfera Unesco
Grazie all’inserimento del Delta del Po, delle Alpi Ledrensi e Judicaria e dell’Appennino Tosco-Emiliano diventano tredici le Riserve della biosfera dell’Unesco in Italia.
La ricchissima avifauna del Delta del Po, l’austera imponenza delle Alpi Ledrensi e Judicaria, in Trentino, e le pratiche agricole tradizionali e produzioni tipiche come il Parmigiano Reggiano dell’Appennino Tosco-Emiliano. Queste tre aree naturalistiche, giudicate uniche al mondo, sono state inserite nella lista delle Riserve della biosfera dell’Unesco.
Il Programma Mab (Man and the biosphere) dell’Unesco è nato nel 1971 con l’obiettivo di valorizzare le aree protette nelle quali l’attività umana è presente. Lo scopo è quello di migliorare il rapporto tra uomo e ambiente e ridurre la perdita di biodiversità, le riserve Unesco sono dunque caratterizzate da una relazione equilibrata fra la comunità umana e gli ecosistemi.
Le aree protette vengono gestite nell’ottica della conservazione delle risorse e dello sviluppo sostenibile, nel pieno coinvolgimento delle comunità locali. L’ufficialità delle nuove nomine è arrivata dopo l’incontro di Parigi, svoltosi il 9 giugno, dove si è riunito il comitato internazionale del programma Mab dell’Unesco.
Salgono così a tredici i siti italiani inseriti in questa prestigiosa lista mondiale, gli altri sono la Valle del Ticino (Lombardia/Piemonte), il Monviso (Piemonte), Miramare (Friuli Venezia Giulia), Selva Pisana (Toscana), l’Arcipelago Toscano (Toscana), il Circeo (Lazio), Collemeluccio-Montedimezzo (Molise), Cilento e Vallo di Diano (Campania), Somma-Vesuvio e Miglio d’Oro (Campania) e il Parco Nazionale della Sila (Calabria).
“È la prima volta che l’Italia riesce ad iscrivere tre siti tutti insieme – ha sottolineato il curatore dei dossier, Pier Luigi Petrillo. – In tutti questi tre casi l’Unesco ha evidenziato come sia possibile assicurare lo sviluppo economico di un territorio nel rispetto dell’ambiente e del suo ecosistema, puntando su pratiche agricole tradizionali”.
Il riconoscimento dell’Unesco ci ricorda una volta di più la straordinaria eterogenea bellezza del nostro Paese, culla di biodiversità e di tradizioni, nel quale uomo e natura possono ancora vivere fianco a fianco.
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