
Il terremoto del 28 marzo non ha abbattuto solo le case e provocato vittime, ma ha colpito anche molti siti culturali del Myanmar. Cosa sappiamo?
La risoluzione Unesco parla di Palestina occupata e chiede a Israele di rispettare i patti sulla Spianata delle moschee, a Gerusalemme. L’Europa, Italia in testa, non ci sta.
Rischia di spaccare i rapporti tra Oriente e Occidente, la risoluzione sui luoghi santi di Gerusalemme Est approvata dall’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura: una mozione voluta dall’Autorità palestinese e presentata da Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan allo scopo di preservare il patrimonio culturale palestinese, che nega l’associazione automatica tra l’ebraismo e i luoghi sacri di Gerusalemme e che ha suscitato le proteste non solo di Israele, ma praticamente di tutto l’Occidente. Italia compresa: secondo il primo ministro Matteo Renzi “sostenere che Gerusalemme e l’ebraismo non hanno una relazione è incomprensibile, inaccettabile e sbagliato, come sostenere che al sole c’è il buio”. Eppure il fatto che l’Italia si sia semplicemente astenuta ha comunque esposto il governo italiano alle critiche dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, che si sono rivolte direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Sono due i punti principali, uno più politico e l’altro più culturale, approvati dal Consiglio esecutivo dell’Unesco e contesti da Israele e dalle comunità ebraiche di tutto il mondo. Il primo è chiaro sin dal titolo della risoluzione: “Palestina occupata”. E poi nella presentazione si parla di Israele come di “un potere occupante”, protagonista di “crescenti aggressioni da parte di estremisti di destra” e di “restrizioni imposte all’accesso dei luoghi sacri, anche agli esperti dell’Unesco”. Affermazioni che chiaramente non vengono accettate da Israele.
La parte più tecnica della risoluzione è altrettanto significativa: si afferma infatti che i luoghi sacri di Gerusalemme, considerati patrimonio dell’Unesco, non sono direttamente e unicamente collegati all’ebraismo, tanto che quello che gli ebrei chiamano il Monte del tempio, in tutta la risoluzione viene nominata esclusivamente con la definizione araba di Spianata delle moschee (Al Haram al Sharif, in arabo), che comprende anche il Muro del pianto. “Dire che Israele non ha connessioni con il Monte del tempio e il Muro del pianto, è come dire che la Cina non ha legami con la Grande muraglia o l’Egitto con le piramidi”, ha tuonato il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Nei fatti però la risoluzione chiede a Israele il rispetto dell’accordo che vige dal 1967, e che pone i luoghi sacri di Gerusalemme sotto l’egida di Al Waqf, una fondazione musulmana controllata dalla Giordania, e che consente agli israeliani il diritto di accesso, ma non di preghiera: un accordo ribadito anche nel 1994 da Israele e Giordania e nel 2013 da quello tra Autorità palestinese e Giordania ma da sempre traballante, tanto che la Spianata (o Monte del tempio) è stato spesso luogo di scontri e di reciproche rivendicazioni.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il terremoto del 28 marzo non ha abbattuto solo le case e provocato vittime, ma ha colpito anche molti siti culturali del Myanmar. Cosa sappiamo?
Nel West End a Londra è in scena Kyoto, uno spettacolo che parla dei vari negoziati sul clima che hanno segnato la storia della diplomazia climatica.
Il celebre Museo d’Orsay parigino ha lanciato una “riflessione universale sul clima”, attraverso un’esposizione diffusa in tutta la Francia.
In un Volvo Studio ampliato e rinnovato torna un programma culturale che esplora l’interazione creativa tra arte, musica e innovazione, riflettendo l’approccio olistico del marchio alla sostenibilità e alla valorizzazione della persona.
Sette idee per vivere l’atmosfera natalizia tra lo shopping nei mercatini, passeggiate in borghi vestiti a festa e mirabili opere d’arte.
A Milano un murale intitolato “Respiro” ha l’obiettivo di dare un tocco di verde in più alla città e non solo.
Dal 23 al 29 settembre a UpTown Milano concerti, laboratori creativi, eventi dedicati all’arte, al benessere, alle api e alla biodiversità.
L’umanità tutta, scandagliata grazie alla fotografia, etica è in mostra a Lodi dal 28 settembre per un mese intero. Per avere a fuoco la realtà.
L’arte non è solo una forma di evasione, ma uno strumento potente per affrontare la realtà. Per questo nasce l’arteterapia contro l’ecoansia.